Si è appena concluso, dopo oltre un’ora, il colloquio telefonico tra Joe Biden e Vladimir Putin. 

Da fonti dell’Eliseo filtra che Putin, che il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito prima di Biden, non starebbe preparanto un’offensiva contro l’Ucraina. Macron avrebbe detto a Putin che un «dialogo sincero» non è compatibile con «un’escalation». 

Dopo una telefonata tra il ministro della Difesa russo e il capo del Pentagono, il governo americano ha ordinato alle truppe statunitensi di lasciare l’Ucraina e riposizionarsi in altre basi europee. Al confine russo e bielorusso sono schierati circa 100mila soldati russi. 

Un’invasione dell’Ucraina «potrebbe iniziare in qualsiasi momento», ha avvertito ieri il segretario di stato Antony Blinken. «Continuiamo a vedere segnali molto preoccupanti dell’escalation russa, comprese nuove forze che arrivano al confine ucraino», ha detto, sottolineando che gli sforzi diplomatici non hanno avuto esito positivo.

Continuano i contatti tra Washington e Mosca, in attesa della chiamata tra i due presidenti: il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha ribadito al collega americano Blinken che le proposte di Mosca sulle garanzie di sicurezza «sono state ignorate dall’occidente». Lo ha reso noto l’agenzia Ria Novosti, riferendo i contenuti della telefonata tra i due ministri. Le garanzie riguardano in primis la «non espansione dell’alleanza» e il «non dispiegamento di sistemi di armi d’attacco vicino ai confini russi», spiega Lavrov, precisando che saranno queste le questioni «al centro della valutazione dei documenti ricevuti da parte di Usa e Nato».

Blinken, nella telefonata, ha chiarito che «una strada diplomatica resta aperta», ha riferito il portavoce del dipartimento di stato, Ned Price. La condizione è tuttavia che «Mosca attui una de-escalation e si impegni in discussioni in buona fede», ha precisato. Il segretario di Stato avrebbe specificato al collega russo che «se Mosca dovesse perseguire il cammino dell’aggressione di un’invasione», porterebbe «a una risposta Transatlantica risoluta, massiccia e unita».

Le misure

Intanto, dopo la riunione di coordinamento all’Unità di crisi della Farnesina, convocata dal ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, anche l’Italia ha invitato i connazionali, «in considerazione dell’attuale situazione, in via precauzionale», a lasciare «temporaneamente il paese con i mezzi commerciali disponibili». Il ministro ha annunciato anche di aver iniziato il rimpatrio del personale diplomatico non essenziale. 

Per la prima volta dall’inizio della crisi i leader ucraini mostrano preoccupazione: il paese è circondato dall’esercito russo e dai separatisti sostenuti dalla Russia e i porti sono stati effettivamente bloccati. Ma il governo di Kiev invita i cittadini a tenere la calma per evitare situazioni di panico: «Al momento è cruciale restare calmi, uniti all’interno del paese, evitare azioni destabilizzanti e che creino il panico», scrive in una nota il ministero degli Esteri.

Arriva la risposta alle dichiarazioni di Blinken anche dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: «L’isteria della Casa Bianca dice tutto. Gli anglo-americani vogliono una guerra». Anche l’ambasciatore russo negli Stati Uniti ha definito le affermazione dei funzionari statunitensi «assolutamente infondate».

L’evacuazione

Secondo una fonte dell’agenzia di stampa Sputnik, diplomatici e dipendenti dei consolati russi in Ucraina starebbero evacuando e lasciando il paese, ed è «dimostrato dalle difficoltà che stanno emergendo nel prendere appuntamenti ai consolati o all'ambasciata», scrive l’agenzia russa. La conferma è arrivata dalla portavoce Zakharova, che ha annunciato la decisione di ottimizzarelo staff delle missioni russe in Ucraina, «viste le possibili provocazioni dal regime di Kiev o da terzi paesi», precisando però che l’ambasciata e i consolati russi «continueranno a svolgere le loro funzioni base».

Già negli scorsi giorni, dopo la richiesta di Biden rivolta ai connazionali di lasciare il paese, anche Belgio, Olanda, Israele, Corea, Giappone, Regno Unito e Lettonia hanno evacuato il personale. L’Unione europea ha invitato il personale «non essenziale» a lavorare da remoto, fuori dai confini ucraini. Anche il governo tedesco, uno dei più attivi nelle trattative, questa mattina ha invitato i cittadini tedeschi a lasciare il paese.

Nel primo pomeriggio, da Washington è arrivato l’ordine a tutto il personale dell’ambasciata a parte il «core team» di lasciare il paese.

Le forze nato

Il Pentagono ha inviato tremila soldati in Polonia a sostegno degli alleati Nato. In un colloquio telefonico ieri Blinken ha assicurato al ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba il «sostegno deciso» degli Usa.

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