Il patriarca Kirill, capo della chiesa ortodossa russa, ha chiesto un cessate il fuoco in Ucraina in occasione del Natale ortodosso che sarà festeggiato domani. Il patriarca propone di sospendere tutti i combattimenti dalle 12 del 6 gennaio fino a mezzanotte del 7 «così che i fedeli possa partecipare alle funzioni per la vigilia del Natale e nel giorno della natività di Cristo», è scritto in un messaggio pubblicato questa mattina sul sito ufficiale della chiesa.

La sua proposta è stata respinta dopo poche ore dal consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mikhailo Podolyak, che su Twitter ha definito la proposta di Kirill «una trappola cinica e un elemento di propaganda». La chiesa ortodossa guida da Kirill «non è un'autorità per l'ortodossia globale e agisce solo come propagandista di guerra».

Kirill, che ha 75 anni, è un importante alleato di Putin e ha contribuito a cementare il rapporto tra governo russo e chiesa ortodossa. È un conservatore e si è fatto campione della battaglia contro il liberalismo europeo e americano. Dal 2014 e in particolare dopo l’invasione dello scorso febbraio, Kirill è un sostenitore dell’attacco all’Ucraina, ragione per cui si trova sotto sanzioni da parte di Europa e Stati Uniti.

La chiesa in Ucraina

La maggioranza degli ucraini praticano la religione ortodossa, ma solo una minoranza mantiene legami con il patriarcato retto da Kirill. Nel 2019, a causa delle tensioni politici e del sostegno di Kirill a Putin, una grossa parte della chiesa ortodossa ucraina ancora fedele a Mosca ha rescisso i suoi legami. Altri sacerdoti e fedeli hanno lasciato la chiesa di Mosca dopo l’invasione del 24 febbraio.

Le questioni religiose sono tornate alla ribalta nelle ultime settimane quando i servizi speciali ucraini hanno condotto una serie perquisizioni e arresti tra gli ultimi sacerdoti fedeli a Kirill rimasti in Ucraina, sospettati di agire da “quinta colonna” degli invasori.

Come reazione al sostegno della chiesa ortodossa russa all’invasione, molti ucraini hanno deciso di celebrare il Natale il 25 dicembre, come i loro connazionali cattolici, invece che nella tradizionale data ortodossa del 7 febbraio.

L’appello di Erdogan

Poche ore dopo Kirill, anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rivolto un appello a Putin affinché proclami un «cessate il fuoco unilaterale» e fornisca una «visione per una equa soluzione» del conflitto così da far procedere il processo di pace. Erdogan ha parlato al telefono con Putin questa mattina e più tardi nella giornata dovrebbe parlare anche con Zelensky. 

Nella conversazione, ha fatto sapere la presidenza turca, i due hanno parlato anche della situazione in Siria, dove la Turchia ha intenzione di attaccare le milizie curde dell’Ypg che operano in una zona pattugliata dai soldati russi. 

Il Cremlino ha fatto sapere che nella conversazione Putin ha detto ad Erdogan di essere disposto al cessate il fuoco e a nuove trattative, a patto che l’Ucraina riconosca le conquiste territoriali fatte dalla Russia negli ultimi mesi.

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