- Craxi fece eleggere Gerry Scotti, Natta candidò Gino Paoli, La Malfa propose Alberto Arbasino. Ma erano volti solo decorativi per leadership fortissime. Soumahoro è stato cinicamente usato.
- La storia tristissima del sindacalista è sintomatica perché segna il passaggio dal candidato accattivante come addobbo della lista, o del presepio multicolore, alla protesi di identità politica.
- Hanno venduto come candidato premier, incarnazione di una linea politica che non c’è, uno di cui, lo ammettono adesso, non sapevano niente. Se c'è una vittima in questa storia è proprio lui.
Ci sono due modi per comprendere la tristissima parabola dell'onorevole Aboubakar Soumahoro. Il primo chiama in causa permanenze millenarie delle vicende umane, in questo caso il bisogno di simboli a cui aggrapparsi, prima religiosi, poi, grosso modo a partire dalla rivoluzione francese, anche laici. Il secondo riguarda la cronaca degli ultimi anni e come l'uso delle icone nel marketing politico sia diventato smisurato e cinico, perciò stupido, cioè dannoso a sé e agli altri secondo la definizi



