Il campionato francese è diventato un angolo di giardino in cui far rifiorire gli attaccanti dimenticati o scartati. L’attuale classifica dei marcatori non è dominata dagli attaccati del Psg, ma da atleti che per motivi diversi sono stati messi ai margini del rettangolo verde. Giocatori diversi ma uniti dallo stesso filo rosso del riscatto. Umano e tecnico
La lettura della classifica dei marcatori genera uno strano effetto sorpresa. Perché nello stagno piccolo della Ligue 1 i pesci grandi del Psg si ritrovano a inseguire. Senza neanche rendersene conto, il campionato francese è diventato un piccolo paradiso per i reietti, un angolo di giardino in cui far rifiorire gli attaccanti dimenticati o scartati.
A raccontare questa storia ci pensano i numeri. La graduatoria dei cannonieri è infatti tiranneggiata da Mason Greenwood, 10 reti. Subito dietro ci sono Joaquín Panichelli dello Strasburgo, con 9, ed Estéban Lepaul del Rennes, con 8. Tutti giocatori diversissimi fra loro, uniti dallo stesso filo rosso del riscatto, umano o tecnico.
Il caso Greenwood
A soli 24 anni l'ex Manchester United sembrava già un albero cresciuto storto, un ragazzo con un talento sconfinato, inferiore solo alla capacità di dilapidarlo. La sua storia è diventata più famigerata che famosa. Nel gennaio 2022 la sua compagna, Harriet Robson, posta delle storie su Instagram che la mostrano con il volto coperto di lividi e di segni di violenza.
Il responsabile, dice chiaramente la donna, è proprio Greenwood, che l'avrebbe anche costretta ad avere un rapporto sessuale non consenziente. Il calciatore viene arrestato, rilasciato su cauzione e poi nuovamente arrestato per aver cercato di contattare la sua ex.
È un caso enorme. Solo che nel febbraio del 2023 la polizia fa sapere che le accuse contro il ragazzo sono cadute. Tutte. Un po' per il «ritiro di un testimone chiave» (proprio Herriette Robson) un po' per la presenza di «nuovo materiale». Non si tratta di una sottigliezza da poco. Perché Greenwood non è stato assolto, sono solo state ritirate le accuse contro di lui. Da quel momento in poi la maxistoria della sua vita è cambiata, capovolta, finita sottosopra.
Lo United non vuole più avere a che fare con l'esterno di Bradford. Così nell'estate 2023 lo presta al Getafe. Poi un anno dopo lo propone più o meno a mezza Europa. Juventus e Lazio ci pensano seriamente. Solo che alla fine vincono i dubbi morali. Così si è fatto avanti l'Olympique. Durante la trattativa in molti si dicono contrari a quel matrimonio. I tifosi protestanti sui social. E Benoit Payan, che di mestiere fa il sindaco di Marsiglia, dichiara: «Massacrare una donna in quel modo è indegno e credo che non ci sia posto per lui nella nostra squadra».
Alla fine sorride solo Roberto De Zerbi, che se la cava con un «non mi piace intromettermi nella vita privata dei giocatori» e inserisce l'esterno nel suo impianto offensivo. Da lì succede di tutto. Greenwood torna un giocatore elettrico ed elettrizzante. Salvo poi finire in panchina proprio contro il Psg per uno stato di forma non proprio esaltante e riprendersi prepotentemente il ruolo di trascinatore grazie a un bottino di 21 gol e 6 assist che lo incorona capocannoniere insieme al Pallone d'Oro Dembélé.
Cifre che potrebbero essere sgretolate a breve. In 12 giornate quest’anno Greenwood si è confermato imprendibile. E ha messo la sua firma nel derby contro il Nizza di venerdì: dribbling secco e poi destro sul palo lontano. Per due volte. Una da dentro e una da fuori zona.
L’underdog albiceleste
Molto meno scontato è il successo di Panichelli, 23enne di Córdoba, Argentina, un personaggio intriso del realismo magico di Cortazar. Suo padre German è stato un centrocampista di livello che, dopo essersi messo in evidenza nel campionato boliviano, venne acquistato dal River Plate di Menotti nel 1988. La rivista El Grafico immortalò il momento della sua firma, solo che la foto venne fuori fuoco, anzi «fantasmale». È il momento in cui si compie una maledizione.
Nel precampionato tedesco si ruppe il crociato e si ritirò. È un incubo che si tramanda di padre in figlio. Joaquín viene prima scartato dal Boca, poi passa nelle giovanili del River dove gioca fra le riserve. Nel gennaio del 2023 si fa avanti l'Alaves, nella Serie B spagnola. Panichelli ne parla con il suo club, ma le risposte sono inquietanti. «Non sei all'altezza della prima squadra», puoi andare. L'Alaves viene promosso. All'ultima giornata l'attaccante si rompe il ginocchio. Il rientro è un calvario.
L'anno successivo, nella Liga, gioca appena 8 partite. Senza mai segnare. Viene spedito al Mirandés, in Segunda. Ne fa 21. Poi arriva la chiamata dello Strasburgo. Il 17 agosto esordisce contro il Metz. Ha 22 anni e non ha mai segnato nella massima serie. Poco male. A fine partita avrà realizzato il gol del match. Da allora è un crescendo. Ne segnerà altri 8. Tutti da dentro l'area di rigore.
Joaquin ha rinverdito l'arte perduta del colpo di testa (3 reti), ma ha dimostrato anche di sapersi girare in un baleno per trovare la porta.
Il redivivo transalpino
Un riscatto simile a quello di Lepaul. A vent'anni il Lione decide di tagliarlo. Il ragazzo di Auxerre si ritrova prima all'Epinal e poi nella seconda squadra dell'Orlean, nel quinto livello del calcio transalpino. Sembra uno sprofondo. Invece è un trampolino di lancio. In 4 anni conquista la possibilità di giocare in Ligue 1 con l'Angers. E ora si ritrova al centro dell'attacco del Rennes.
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