«Quanto la tematica ambientale caratterizza e determina l’informazione in Italia? Qual è il percorso compiuto dall’informazione, durante questo secondo anno di pandemia, verso l’effettiva consapevolezza delle problematiche che vanno dai fenomeni atmosferici catastrofici fino al problema della gestione e del consumo delle risorse naturali?».  

È quanto si è chiesto il rapporto annuale di Ecomedia, prodotto in collaborazione con l’Osservatorio sostenibilità e ambiente (Osa), l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, Pentapolis ed Eco in città. L’Osservatorio redige ogni anno un report sull’informazione ambientale in Italia, monitorando alcuni dei principali quotidiani online, telegiornali, emittenti radio e pagine social dei media nazionali. 

Il monitoraggio

Il monitoraggio si è svolto da giugno a settembre, e ha preso in considerazione 15 tra emittenti radio, tv e quotidiani online. Dal punto di vista metodologico, sono state identificate 12 parole chiave – ambiente, biologico, clima (o climate change), Covid (o coronavirus), ecologia, energia rinnovabile, green economy, inquinamento, mobilità sostenibile e sviluppo sostenibile, transizione ecologica e vaccini – che sono state conteggiate e catalogate a seconda del taglio dell’articolo in cui apparivano. 

Per i social, sono stati presi in considerazione i profili Twitter, Instagram e Facebook delle testate online dei giornali quotidiani monitorati. Sono quindi state conteggiate le parole per come comparivano nei titoli degli articoli condivisi o nelle descrizioni dei post inserite dai quotidiani a corredo e spiegazione dei suddetti articoli condivisi.

La scelta di tenere in considerazione i profili social dei quotidiani online monitorati – una novità di quest’anno – è dovuta all’esigenza di capire su quali temi i giornali italiani puntino attraverso i loro canali social, a quali scelgano di dare maggiore visibilità, al netto della propria produzione complessiva di articoli.

Covid e vaccini tolgono spazio all’ambiente

Come accaduto nel 2020, la pandemia continua a essere il tema centrale nei media italiani. «La preoccupazione per i contagi – si legge nel report – ha lasciato il posto alla tematica dei vaccini, e di conseguenza a quella dei No vax, e ciò a discapito delle tematiche dell’ambiente, sempre in secondo piano rispetto al preponderante coronavirus».

«Alcune notizie di attualità – la crisi in Afghanistan in primis – hanno tolto spazio all’ambiente e al clima, che però è tornato in correlazione a catastrofici eventi climatici in Europa – Germania e Belgio – e in Italia – Sicilia in particolare – durante l’estate».

Tra i telegiornali monitorati, continua il rapporto, il TG5 è quello che si è dimostrato più sistematicamente interessato alle tematiche ambientali, il TG3 ha posto maggior attenzione al tema durante l’estate, mentre per Sky TG24 «ambiente fa rima con economia e mobilità sostenibile. TG1 e TG2000 vengono monopolizzate dal coronavirus, mentre il TG di La7 dedica buona parte del suo spazio informativo al tema Covid, con un focus specifico sui vaccini, affrontando la tematica ambientale in ottica europea».

Per quanto riguarda i quotidiani online, su Repubblica le tematiche ambientali sono quasi sempre presenti, anche se minoritarie rispetto a quelle relative alla pandemia. Il Corriere dedica molto spazio all’economia legata al Covid; Il Sole24ore, Il Fatto quotidiano, Il resto del carlino e Tpi riversano la propria attenzione sui vaccini, mentre è quasi completamente assente la copertura delle notizie relative all’ambiente nel Giornale. Nei giornali radio di Rtl e Rai Radio1, vaccini e Covid sono le parole che appaiono di più.

Anche sui social i giornali scelgono sistematicamente di puntare su Covid e vaccini, ed è quasi del tutto assente la tematica ambientale. Nel complesso, ha rivelato il report «i quotidiani che parlano più di clima, ambiente e inquinamento sui social sono il Corriere della sera (con 22 occorrenze), Fatto Quotidiano (con 21), mentre quelli che ne parlano meno sono il Giornale (con solo due occorrenze), il Resto del Carlino e Tpi (entrambi con tre). Nel mezzo stanno il Sole 24 ore (con 18 occorrenze) e Repubblica (con 17)».

In generale, conclude il rapporto «il Pnrr e la designazione di un ministero della Transizione ecologica non hanno portato l’attenzione che ci si aspettava sul tema del cambiamento climatico e dell’ambiente. Se già lo scorso anno vari studi hanno messo in relazione il Coronavirus e l’inquinamento ambientale, all’aumento dei dati a supporto di questa tesi non è corrisposto un aumento dello spazio dedicatogli nei media».

Questo nonostante in Italia l’inquinamento atmosferico occupi l’ottavo posto nella classifica dei principali fattori di rischio per la salute della popolazione, e – secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente relativi al 2018 – sia responsabile di decine di migliaia di morti premature e di un aumento importante della morbosità per molte malattie croniche.

Alla redazione del rapporto hanno partecipato gli allievi e le allieve dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino: Davide Gresta Zucchi, Enrico Mascilli Migliorini, Stefano Scibilia, Sara Spimpolo, Roberta Rotelli e Guglielmo Maria Vespignani.

Consulta d’indirizzo: Giampiero Gramaglia, Lella Mazzoli e Massimiliano Pontillo

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