Liebe LeserInnen,

Questa settimana ripartiamo dalla Cina, ma ci occupiamo anche di giornalisti che suonano il flauto, altri che pubblicano rapporti dei servizi segreti che sarebbero dovuti rimanere riservati fino al 2044 e chef che vengono condannati. Bunte Mischung, direbbe qualcuno.

Ombre cinesi

Riprendiamo dalla Cina perché incombe il viaggio a Pechino di Olaf Scholz. Non è ancora chiaro se al viaggio parteciperà anche il collega francese Emmanuel Macron, ma quel che è già chiaro è che l'incontro nasce tanto sotto una stella positiva per consolidare i rapporti con Xi Jinping quanto è visto con perplessità in Europa e a Berlino. Non è infatti ancora passata una settimana da quando il cancelliere ha dato il suo via libera all'acquisto del 24,9 per cento di uno dei quattro terminal del porto di Amburgo da parte di Cosco, la gigantesca partecipata statale cinese leader nel mercato dei container.

Scholz ha ridotto la quota che l'azienda cinese, che prima puntava al 35 per cento, potrà acquistare, ma la decisione ha ricevuto critiche praticamente da tutto l'arco parlamentare, pur avendo ricevuto il consenso dei politici locali. Uno degli osservatori più gentili - Marcel Fratzscher, il presidente del Diw - ha definito la riduzione della quota che Cosco acquisterà una "vittoria di Pirro": secondo lui, Scholz ha perso l'occasione di concretizzare il cambio di linea nel rapporto con la Cina fissato nel contratto di coalizione.

Scholz si è difeso spiegando che l'ingresso dell'azienda cinese non rappresenta la consegna a una potenza estera di un'infrastruttura strategica e che il terreno su cui opera il porto resteranno sempre in mano pubblica. Parole che non bastano ai partner di governo, soprattutto ai Verdi, che hanno insistito per inserire nell'accordo di governo una nuova linea per il rapporto con la Cina.

Anche perché all'orizzonte c'è già un nuovo caso di acquisizione da parte cinese. Stavolta si tratta dell'azienda produttrice di chip Elmos: a volerla acquistare è una controllata svedese della cinese Sai Microelectronics. Il caso sembra la replica esatta della vicenda Cosco: anche stavolta i servizi segreti hanno sconsigliato la vendita, ma, anche se i controlli del ministero dell'Economia sono ancora in corso, il quotidiano Handelsblatt anticipa già che il governo darà via libera.

Il timore diffuso è che la cessione di questo tipo di industrie esponga il paese alla perdita di know-how e al calo della capacità produttiva di beni strategici. Come i chip, per l'appunto, per cui ora Berlino potrebbe doversi affidare a partner ambigui come la Cina.

L'azienda produce la gran parte dei suoi chip per l'industria automobilistica e chi è favorevole all'accordo sostiene che possa portare nuovi posti di lavoro a Dortmund, dove Elmos ha sede, e che i prodotti che produce il ramo a cui Sai è interessata sono componenti ormai diffuse in occidente. Non si rischierebbe quindi di condividere know-how critico.

Anche nel partito di Scholz, la Spd, si iniziano ad alzare voci sull'opportunità di dare il via libera a questo tipo di accordi. Sulla compravendita di Elmos rimarrà ancora incertezza per qualche settimana, ma vi terremo aggiornate e aggiornati su tutti gli sviluppi del viaggio del cancelliere.

Intanto, un piccolo bonus: l'ambasciata tedesca a Pechino ha pubblicato questo post sul social cinese Weibo a pochissimi giorni dal viaggio di Scholz. Vale la pena ricordare che il ministero degli Esteri è guidato dalla Verde Annalena Baerbock.

Liberalizzazione programmata

Il ministero della Salute ha condiviso la settimana scorsa un primo accordo di maggioranza sulla legalizzazione della cannabis. Nonostante le critiche dell'opposizione e i dubbi sulla compatibilità con le normative europee sembra infatti che il governo Semaforo voglia portare a casa la legalizzazione scritta nel patto di coalizione entro il primo anno di attività.

I punti fermi dell'accordo prevedono la legalizzazione di acquisto e consumo di una quantità fino a 30 grammi di cannabis a scopo ricreativo per il consumo personale in spazi privati e pubblici. Anche la coltivazione personale verrebbe liberalizzata. Produzione, consegna e vendita della cannabis saranno consentite in una cornice regolamentata dallo stato. La prima motivazione del pacchetto, ha spiegato il ministro della Salute Karl Lauterbach, sarebbe la volontà di strappare il commercio delle sostanze alla criminalità ed evitare che i giovani che l'acquistano possano avvicinarsi a realtà criminali.

Battuti sul tempo

A garantire venerdì sera difficili ai politici tedeschi (in questo caso soprattutto quelli che hanno fatto parte dell'ultimo governo) ha pensato anche questa settimana Jan Böhmermann. Questa volta il Zdf Magazin Royal si è occupato del caso della cellula neonazista Nsu, che è stata intercettata da polizia e servizi segreti soltanto dopo che i membri avevano commesso diversi omicidi.

Dopo la condanna, i servizi hanno avviato un'indagine interna per individuare tutte le falle del lavoro sulla cellula, ma il rapporto finale sarebbe dovuto rimanere riservato fino al 2044. Böhmermann ha voluto risparmiare agli spettatori del suo show comedy-investigativo 22 anni di attesa e ha pubblicato l'intero documento in collaborazione con la piattaforma Frag den Staat.

Dal documento emergono una serie di sbagli nelle indagini sulla Nsu, da piste ignorate a documenti scomparsi e mancata considerazione degli indizi. Una valutazione insufficiente che i servizi avrebbero preferito rimandare ad altri tempi, ma che riportano sulla cresta dell'onda Böhmermann, che nelle ultime settimane era stato tacciato di enfatizzare troppo le sue inchieste, com'era successo secondo alcuni osservatori nel caso del capo dei servizi segreti informatici.

Conservatori provocati

I popolari si sono confrontati alla convention di partito in cui Friedrich Merz (della Cdu nazionale) e Markus Söder (della Csu bavarese) hanno solo rinviato il loro scontro finale per la guida dei conservatori. Sara Sievert dello Spiegel racconta un dettaglio che individua perfettamente il clima: Söder ha regalato a Merz una sciarpa da tifoso a tema Cdu/Csu, «visto che anche a te piace il calcio». E' vero, Merz tifa Dortmund. «Ma tanto, alla fine vince sempre il Bayern Monaco», conclude Söder con un sorriso.

Mentre nel partito i due aspiranti capi aspettano il momento migliore per il duello, i media d'area hanno trovato un nuovo avversario, gli attivisti per il clima, che, come in Italia, hanno preso l'abitudine di bloccare il traffico incollandosi per strada.

Il tabloid Bild - che sta in parte cercando di cambiare la sua storica linea polemica sotto la guida del nuovo direttore Johannes Boie - ha deciso di "controprovocarli" con il lavoro di Rick Schütze, un reporter che "disturba" i manifestanti suonando il flauto, ripetendo ossessivamente quanto disturbano o semplicemente rivolgendo la parola a interlocutori silenti. Non è chiaro se il suo lavoro stia dando frutti, se non provocare commenti critici (nel migliore dei casi) sui social.

Trattare la memoria

Nel weekend il presidente del Senato Ignazio La Russa ha dominato il dibattito con una controversa intervista in cui si mostrava scettico sull'opportunità di festeggiare il 25 aprile come è abitudine farlo, modalità che la seconda carica dello Stato considera appannaggio della sinistra. Ne è derivato un dibattito sul fascismo, che - secondo il protagonista della vicenda - la destra ha affrontato e superato durante il processo di fondazione di Msi e An.

«Già nell'immediato dopoguerra il Msi aveva fatto la sua parte di conti col fascismo: il motto di allora, 'Non rinnegare, non restaurare', era un primo importante superamento fatto da chi era comunque stato partecipe della storia del Ventennio. Per non parlare della condanna senza se e senza ma delle leggi razziali, che è sempre stata una costante della destra, peraltro sempre schierata in difesa dell'esistenza di Israele. La cesura netta e definitiva avvenne a Fiuggi, nel 1995, al congresso di nascita di Alleanza nazionale: lì si fecero i conti non solo con il fascismo, ma anche con la resistenza» dice, in un'intervista a Libero.

La Vergangenheitsaufarbeitung (cioè il modo in cui lo stato democratico nel complesso e i singoli hanno affrontato il proprio passato, per rielaborarlo in maniera critica) è un tema molto interessante e su cui si è dibattuto molto in Germania, ma che sta guadagnando un ruolo di primo piano anche in Spagna, dove da poco il corpo del dittatore Francisco Franco è stato rimosso dal mausoleo in cui era stato sepolto per spostarlo nella cappella della famiglia. La Zeit ha dedicato due puntate del podcast Wie war das nochmal? in cui vengono analizzati i tre approcci - non confrontabili, per questioni di tempo e attitudine - dei paesi che hanno avuto un regime nazifascista.

Clima sereno

Venerdì scorso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto il suo primo colloquio telefonico con Scholz. In attesa del primo incontro in carne ossa, abbiamo messo insieme una rassegna dei giudizi (poco sereni) che ha riservato in passato ai partner d'oltralpe.

Reati stellati

Facciamo una deviazione verso la cronaca giudiziaria che si intreccia allo spettacolo. Il tribunale di Monaco ha condannato a tre anni e due mesi di reclusione lo chef televisivo Alfons Schubeck, molto noto oltre che per i suoi ristoranti stellati anche per le tante ospitate, per aver cucinato per l'ex cancelliera Angela Merkel e per il Bayern Monaco.

Schubeck avrebbe sottratto oltre 5 milioni di euro dagli incassi dei suoi due ristoranti. L'evasione ha provocato 2,3 milioni di euro di mancate imposte. Il processo ha suscitato grande attenzione mediatica per la notorietà dell'imputato, che ha ammesso il reato ma ha provato a giustificarsi spiegando di aver agito per garantire ai suoi figli tutte le strade possibili per il futuro, diversamente da come era successo a lui, in un periodo di grossa difficoltà economica personale e delle sue aziende.

Qualche osservatore sostiene che la condanna sia eccessiva considerato il reato, altri guardano perplessi all'incredibile parabola di questo meccanico che aveva raggiunto notorietà e successo per poi perdere il suo impero gastronomico e finire addirittura in galera.

Essen (non la città)

Cogliamo l'occasione per segnalarvi un contributo del nostro mensile Cibo curato da Sonia Ricci sulle abitudini alimentari dei tedeschi che stanno cambiando: il grillen, infatti, in futuro potrebbe non essere più lo stesso.

P.S.

Anche stavolta ci siamo dilungati, ma vi lasciamo con una piccola notizia di colore: vi presentiamo il Cherax wagenknechtae, un granchio marino rosso brillante che il suo scopritore, Christian Lukhaup, ha voluto dedicare all'ex segretaria della Linke Sahra Wagenknecht, che lo avrebbe ispirato a combattere per un futuro migliore e con meno disuguaglianze. Restiamo in attesa che qualcuno si occupi del parlamento italiano.


Vi aspettiamo la prossima settimana con le vostre idee e spunti per La Deutsche Vita. L'indirizzo è sempre lisa.digiuseppe@editorialedomani.it.

Grazie e a presto!
Lisa Di Giuseppe

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