- Dopo la cesura della pandemia Federculture è convinta che sia giunto il momento per un nuovo contratto che unisca chi in Italia lavora nel settore della cultura.
- Entro la fine dell’anno l’associazione punta a chiudere il rinnovo del contratto attuale e nel 2022 si dedicherà alla stesura di uno nuovo, da applicare a tutti: dalle produzioni audiovisive agli spettacoli dal vivo, fino ai musei e alle imprese culturali in senso lato, comprendendo tutte le figure professionali e creandone di nuove.
- In Italia il bacino della cultura conta 790mila occupati, di cui quasi la metà non dipendenti, secondo i dati Eurostat del 2020.
Dopo la cesura della pandemia Federculture è convinta che sia giunto il momento per un nuovo contratto che unisca chi in Italia lavora nel settore della cultura. «Ora che la fase più acuta dell’emergenza sembra essere alle spalle, ci si può concentrare su interventi strutturali», dice Andrea Cancellato, presidente di Federculture, una delle associazioni datoriali più rappresentative del settore. Nel 1999 ha firmato l’unico contratto nazionale di lavoro per gli operatori culturali. Entro la fi



