- Che il settore, con la privatizzazione dei servizi e la precarizzazione del lavoro, sia diventato un vero e proprio far west lo dimostra il fatto che neppure il ministero dei Beni culturali sa quanti sono gli esternalizzati.
- A domanda di Domani la risposta del ministero è stata che la questione è «divenuta ancora più urgente in seguito all’emergenza sanitaria» (iniziata quasi due anni fa) e che pertanto è stato avviato un censimento.
- I ricavi dei servizi al pubblico sono cresciuti dai 30 milioni del 2001 ai 68 del 2019. La quota destinata allo Stato invece è scesa dal 15 al 12 per cento. Ciò significa che l'88 per cento rimane ai gestori privati.
I lavoratori dei Musei civici di Venezia saranno in cassa integrazione almeno fino a fine anno. Il 28 ottobre le due cooperative che gestiscono i servizi al pubblico per conto della fondazione Muve l’hanno rinnovata per altre 13 settimane, come consentito dal governo. Ci sono 400 lavoratori che fanno sorveglianza, bigliettazione, guide, accoglienza in 11 musei della città e che da marzo 2020 stanno perdendo ore di lavoro e stipendio. La fondazione Muve nel frattempo ha chiuso il bilancio



