- Il primo volume della Storia della Banca d’Italia di Gianni Toniolo (Il Mulino, 2022) ne ricostruisce la storia dalla fondazione al 1943, e rappresenta l’ultimo lascito intellettuale del grande studioso
- Nessun’altra istituzione in Italia ha svolto un ruolo paragonabile, con una continuità che risale all’età giolittiana
- Abbiamo qui l’espressione di una visione elitaria della modernizzazione del paese che, però, ha dato i suoi frutti migliori quando si è incrociata con una spinta opposta, dal basso, proveniente dai grandi partiti di massa. Oggi quel legame si è rotto
Nei suoi primi decenni di vita, dall’unità sino alla fine dell’Ottocento, il Regno d’Italia complessivamente delude: lo sviluppo economico è stentato, il paese fatica ad agganciare il treno dell’industrializzazione e i redditi degli italiani crescono meno di quelli dei nostri vicini; l’emigrazione ha cominciato a portare via centinaia di migliaia, e poi milioni, di giovani; nel 1892, lo scandalo della Banca Romana porta alla luce un diffuso malaffare e squaderna l’inadeguatezza della classe dir



