Un’interrogazione di un consigliere rivela il numero di centri di aiuto alla vita nei presidi sanitari. Per il rapporto di Medici del Mondo la regione è pioniera della collaborazione con gli anti-choice
L’emendamento al decreto Pnrr, con cui il governo ha permesso l’ingresso delle associazioni antiabortiste nei presidi sanitari, in Lombardia non era necessario. È da decenni che la giunta regionale ha aperto le porte della sanità pubblica ai privati e, con loro, agli enti di ispirazione cristiana, dando spazio a gruppi e movimenti che si battono contro l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) e, in alcuni casi, interferiscono con la libertà di scelta delle donne. Sono 44 i Centri di aiuto a



