È un ritorno ai libri proibiti, messi all’indice per essere banditi. Un fuoco alimentato dalla destra di governo, che per anni ha denunciato presunti attacchi della sinistra a voci contrarie e che ora mette nel mirino della sua “cancel culture” un libro per bambini. “Cos’è il sesso?” di Francesca D’Onofrio e Silvio Montanaro (Edizioni Momo) è un piccolo libro illustrato sull’educazione sessuo-affettiva, travisato in modo sistematico dalla destra e trasformato in uno scandalo morale.

L’operazione parte da un video diffuso dalla pagina social Welcome to favelas, fondata da Massimiliano Zossolo. Nel video si attribuiscono al libro frasi mai scritte, come l’affermazione che «i bambini fanno sesso», e si denunciano presunte immagini pedopornografiche, non presenti nel testo. Il contenuto, diffuso attraverso Instagram e altri social, è stato rilanciato da Francesco Giubilei, già special advisor dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e da testate come Il Giornale, Libero e Il Giornale d’Italia. Fino a una nota del deputato leghista Rossano Sasso: «Questo testo, proposto a bambini delle scuole elementari, presenta immagini di bambini nudi intenti a baciarsi e toccarsi».

Un’immagine volutamente distorta che omette la domanda pedagogica centrale del libro: «Allora anche i bambini fanno sesso?». Il testo risponde chiaramente: «Si dice che le persone fanno sesso quando il corpo diventa maturo, dopo che sono cresciuti e sono diventati grandi». Fine.

La polemica monta in un paese che è uno degli ultimi stati membri dell’Unione europea in cui l’educazione sessuale o affettiva non è obbligatoria a scuola. Tuttavia è in discussione un disegno di legge, voluto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che punta a bloccare le poche iniziative volontarie nei vari istituti scolastici.

Sotto censura

La caccia al libro proibito è una storia che viene da lontano. Già Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, appena eletto nel 2015 aveva messo all’indice più di 49 titoli accusati di “ideologia gender”. Tra questi “Piccolo uovo”, un libricino illustrato da Altan che racconta quanto siano diverse le famiglie, comprese quelle con due mamme o con due papà, e quanto sia uguale l’amore che si può ricevere. Il testo è stato ritirato dalle scuole comunali frequentate dai piccoli fino ai sei anni.

Nel 2020, in Trentino, la Lega aveva invece bloccato i corsi di educazione alle differenze a causa di un altro libro, “Extraterrestre alla pari” di Bianca Pitzorno, distribuito nelle classi quarte di una primaria. È la storia di un piccolo extraterrestre che arriva da un mondo in cui il proprio sesso non è differenziato fino a vent’anni e finisce nel nostro mondo, dove viene sommerso da discriminazioni e pregiudizi. Un testo pubblicato nel 1979 diventato in questo secolo segnale di “ideologia gender”.

Welcome to favelas

Adesso è il turno di “Cos’è il sesso?”, dove immagini stilizzate e pensate per un pubblico infantile vengono descritte come pedopornografiche, senza alcuna verifica tecnica o giuridica.

La scintilla è partita dal fondatore di Welcome to Favelas, che ha un profilo di chiara matrice: condannato a 4 anni e 8 mesi nel 2011 insieme ad altri sei soggetti per l’assalto a un blindato dei carabinieri durante la manifestazione degli indignati a piazza San Giovanni, a Roma, con accuse di devastazione, saccheggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale pluriaggravata. Nel 2002 era stato denunciato dai carabinieri di Casalbertone per porto abusivo di armi e affissione abusiva. A gennaio 2025 lo stesso Zossolo ha detto di essere stato avvicinato dagli uomini di Elon Musk, il miliardario che vuole costruire una rete di informazione contro «i media mainstream».

La pagina social che ha diffuso la fake news, oggi seguita da centinaia di migliaia di utenti, rappresenta un canale molto influente, in grado di moltiplicare contenuti costruiti ad arte, spesso a metà strada tra intrattenimento e manipolazione politica.

I contenuti trash e il degrado urbano creano un humus fertile per l’ossessione contro le “ideologie gender e woke” e per la diffusione di narrative reazionarie, con milioni di utenti raggiunti senza filtri. Nel caso del libro, il meccanismo è evidente: un contenuto educativo, innocuo e documentato, viene trasformato in arma di delegittimazione.

L’attacco non è casuale. Il testo – pubblicato da Edizioni Momo, casa editrice di matrice antifascista – era già noto per le presentazioni pubbliche in tutta Italia: Catania, Potenza, Bari, Andria, Conversano, Ceccano, Milano, Pescara e Roma. In quattro anni, oltre mille persone tra bambini, genitori, insegnanti e operatori sociali hanno partecipato a incontri e workshop. Non esistono denunce né segnalazioni giudiziarie.

Come ha notato la giornalista Loredana Lipperini, l’obiettivo della campagna mediatica coincide temporalmente con il flash mob a Più libri più liberi contro la casa editrice neofascista Passaggio al bosco.

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