Dopo l’auto blu concessa ad amici e parenti, il sospetto di aver usufruito di una corsia preferenziale per ampliare l’attico di sua proprietà. Nuova bufera sul delfino di La Russa
L’astro nascente di Fratelli d’Italia in Sicilia, Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale e intimo del presidente del Senato Ignazio La Russa, è alla prese non solo con l’indagine per corruzione e peculato (l’uso indiscriminato dell’auto blu).
Ora l’opposizione in Consiglio comunale a Catania ha presentato un’interrogazione esplosiva: firmata dai Cinque stelle (su tutti Graziano Bonaccorsi) e da esponenti Pd, chiede chiarezza sull’iter per il rilascio, a fine 2024, di un permesso di costruire per un aumento di superficie di oltre cento metri quadrati e un incremento volumetrico di 323 metri cubi.
Il progetto prevede la chiusura del portico all’ultimo piano di uno dei palazzi in una delle zone bene della città: una struttura in acciaio e vetrate panoramiche nel terrazzo e la realizzazione di una scala interna. «Il piano regolatore non consente alcun incremento volumetrico dell’edificio, insistendo su un lotto già saturo in termini di cubatura», scrivono i consiglieri.
Il provvedimento, firmato dal dirigente Biagio Bisignani, che dà il via libera all’operazione edilizia, spiega l’iter. In principio l’istanza, presentata nell’estate 2024, richiamava l’applicazione del Piano Casa, ma poco dopo ci si è accorti che lo stesso era scaduto nel 2023.
La pratica è andata avanti facendo appello a un’altra norma: la 106 del 2011, la legge con cui fu convertito il decreto Sviluppo varato dal governo Berlusconi IV: prevede la possibilità di aumentare la volumetria fino al 20 per cento «al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente...» e «tenuto conto della necessità di favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica».
Ma a essere messa in discussione è la sua applicabilità. Tra i rilievi fatti c’è il mancato passaggio in Consiglio comunale: la legge concedeva alle Regioni due mesi per approvare norme specifiche che contenessero precise linee guida e stabiliva che fino ad allora si sarebbe dovuto seguire quanto previsto dal Testo unico dell’edilizia in materia di permessi di costruire in deroga.
Il Tue prevede che deve essere il Consiglio comunale ad attestare «l’interesse pubblico limitatamente alle finalità di rigenerazione urbana». Tutto ciò nel caso dell’attico di Galvagno non è avvenuto.
Galvagno, inoltre, usufruirà dell’aumento di cubatura calcolando la percentuale sull’intero edificio e non solo sul proprio appartamento. Ciò è stato possibile grazie alla cessione delle quote degli altri inquilini. Nel provvedimento si fa cenno a un verbale di assemblea condominiale da cui emerge che i condomini fossero a conoscenza del progetto e a una nota in cui si specifica che la cessione può fare a meno di un atto notarile poiché Galvagno, «proprietario della terrazza», è «l’unico a poter usufruire dell’ampliamento».
Secondo i firmatari dell’interrogazione, però, la norma usata da Galvagno ha modificato il codice civile: «Si devono rendere pubblici con trascrizione i contratti che trasferiscono, costituiscono o modificano i diritti edificatori».
Il punto più controverso riguarda, tuttavia, l’efficientamento energetico. Il Comune aveva richiesto a Galvagno di indicare quali soluzioni sarebbero state attuate in favore dell’intero stabile. Nel provvedimento si legge che «la relazione, idonea per l’appartamento di proprietà, non appare altrettanto idonea per l’estensione degli effetti sull’intero edificio».
Eppure, il dirigente Bisignani ha firmato l’autorizzazione: il tecnico è a capo della direzione Urbanistica dal 2016. E ha ottenuto il rinnovo del contratto per cinque anni all’indomani del rilascio del permesso di costruire. Nel frattempo si sta difendendo in un processo per falso – l’accusa di abuso d’ufficio è caduta dopo la depenalizzazione del reato – per avere autorizzato un supermercato in un’area destinata a ospitare una scuola.
«L’amministrazione cosa intende fare affinché ogni cittadino sia informato su quali siano i criteri da rispettare per ottenere analoghe premialità?», chiede l’opposizione. Tradotto: ciò che è stato fatto vale per ogni catanese o solo per qualcuno?
«Anche in questa occasione ho agito nel pieno rispetto delle leggi e delle procedure vigenti», replica Galvagno a Domani.
Il presidente dell’Ars aggiunge di avere incaricato «ditte specializzate e professionisti di mia fiducia di comprovata competenza, i quali hanno seguito l’iter tecnico e amministrativo previsto. Non essendo io direttamente coinvolto nella gestione della pratica edilizia, non posso entrare nel merito degli aspetti tecnici che lei richiama». Al contempo, Galvagno si dice certo che «tutti i permessi, le autorizzazioni e le prescrizioni previste dalle normative vigenti sono stati rispettati».
Dell’attico del meloniano si parlò qualche anno fa. In quella casa si è tenuto un incontro tra Galvagno, un amico imprenditore e il capo del Genio civile. Il funzionario, reo-confesso di corruzione, raccontò ai magistrati di avere preso una tangente nel salotto. La vicenda si chiuse con l’archiviazione.
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