Riciclaggio? Quale riciclaggio? A Milano si racconta che Daniela Santanchè abbia accolto con una “sonora risata” l’ultima novità sulle indagini giudiziarie che mettono in dubbio l’onorabilità di una manager e imprenditrice che «in trent’anni di carriera – parole sue – non ha mai avuto nessun problema con le aziende» che ha gestito. Alle inchieste della procura di Milano che venerdì sono arrivate al giro di boa del fine indagini per la presunta truffa all’Inps di Visibilia editore, si è aggiunto il procedimento sulla compravendita della villa di Forte dei Marmi.

Tra luglio 2022 e gennaio 2023 l’affare in Versilia venne gestito da Dimitri Kunz, il compagno della ministra del Turismo, e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che di Santanchè è collega di partito in Fratelli d’Italia nonché, all’occorrenza, anche legale di fiducia.

Colpo grosso

Come Domani ha rivelato l’estate scorsa, la coppia De Cicco-Kunz il 12 gennaio 2023 è riuscita a rivendere all’imprenditore Antonio Rapisarda una villa acquistata, come conferma il rogito, solo un’ora prima.

Un’operazione lampo che ha fruttato l’eccezionale guadagno un milione di euro. L’immobile era stato ceduto a De Cicco e Kunz dal sociologo Francesco Alberoni, che è morto a 93 anni nell’agosto scorso.

Ebbene, due settimane fa, la procura di Milano ha dato mandato alla Guardia di Milano di fare tutte le opportune verifiche sui movimenti di denaro legati a questo affare da record, per cancellare anche l’ombra del sospetto che l’operazione immobiliare di Forte dei Marmi possa essere servita in qualche modo a puntellare i disastrati conti di Visibilia editore. Quest’ultima, va ricordato, all’inizio di marzo è stata commissariata su richiesta dei magistrati milanesi.

Se è vero (ma sarà vero?) che Santanchè ha liquidato con una risata la notizia delle indagini sulla villa in Versilia, Laura De Cicco ha dato la sua versione dei fatti all’agenzia Ansa. Tutto regolare, ha detto la moglie del presidente del Senato.

«Tutto alla luce del sole», ha aggiunto, precisando che le trattative per arrivare al rogito del 12 gennaio 2023 sono durate «un anno» e che quasi sei mesi prima della rivendita all’atto del preliminare era stato versato ad Alberoni “una parte cospicua del prezzo convenuto dallo stesso professore in base ad una perizia da lui fatta fare”.

Caparra d’oro

Domani ha confrontato le affermazioni di De Cicco con i documenti depositati al catasto, “alla luce del sole”, per usare le parole della moglie del presidente del Senato.

Dalle carte risulta che con il preliminare di vendita siglato il 21 luglio del 2022 la coppia di compratori si è impegnata a versare ad Alberoni, in due tranche, una caparra di 350 mila euro come anticipo sul prezzo pattuito che inizialmente era di 2,5 milioni. Una somma certo cospicua, ma normale in operazioni immobiliari di questo tipo.

Tra l’altro, agli acquirenti fin dal 5 luglio erano state consegnate le chiavi della villa per “curare la manutenzione del giardino e quant’altro”, si legge nell’atto. Al momento del rogito del gennaio successivo, Kunz e De Cicco otterranno anche uno sconto di 50 mila euro “in dipendenza dell’esecuzione di alcuni lavori di manutenzione”.

Una volta firmato il preliminare, ai due compratori restavano quindi da pagare 2,150 milioni per il saldo. I documenti catastali rivelano che almeno metà di quella somma è stata versata da Rapisarda. Proprio lui, il compratore che a gennaio si aggiudicherà Villa Alberoni a un prezzo del 40 per cento superiore rispetto a quello appena pagato da chi gliel’ha rivenduta.

Da dove arrivano i soldi

Il 7 ottobre, infatti, Rapisarda ha girato ben un milione di euro a Kunz e De Cicco come anticipo sul prezzo della villa, che verrà poi fissato a 3,450 milioni.

Un milione di euro, questa sì che è una somma non solo cospicua, ma anche fuori dall’ordinario, a maggior ragione perché è stata pagata come anticipo del pagamento per un immobile che ancora non era nella disponibilità dei venditori.

Secondo quanto Domani ha potuto accertare, Rapisarda è riuscito a finanziare l’acquisto della villa grazie alla vendita di un altro immobile di pregio a Forte dei Marmi, che ha fruttato 3,1 milioni. Il rogito per quest’ultima operazione è stato siglato il 7 novembre, esattamente un mese dopo la firma del preliminare con Kunz e De Cicco.

L’imprenditore milanese aveva però già ricevuto 500 mila euro come anticipo a luglio. Lo stesso mese in cui Alberoni si accorda con il compagno di Santanchè e la moglie di La Russa.

Quindi a ottobre del 2022, Kunz e De Cicco ricevono un milione da Rapisarda, rientrano dalle spese (350 mila euro) del preliminare di luglio possono dividersi altri 650 mila euro.

Appuntamento al Twiga

Proprio in quelle settimane Kunz stava completando un altro affare importante. Un affare in cui era coinvolta Santanchè, la sua compagna appena nominata ministra del Turismo nel nuovo governo di Giorgia Meloni.

Anche in questo caso la trama dell’operazione porta in Versilia. Il 18 novembre del 2022 passa di mano una quota dell’11 per cento del Twiga, il celebre stabilimento balneare fondato da Flavio Briatore. A vendere è Santanché, che di Briatore è amica di lunga data. Per trovare un compratore la ministra non è andata lontano: vende la sua partecipazione nel Twiga al compagno Kunz che tramite due società paga un milione e 433 mila euro.

Carte alla mano, quindi, da una parte Kunz incassa grazie alla vendita della villa e dall’altra paga più di un milione di euro a Santanchè. Alla ministra quei soldi facevano comodo come non mai. La galassia Visibilia rischiava il dissesto e servivano garanzie tangibili da offrire ai creditori, dal fisco ai dipendenti. Missione compiuta? Pare di no, la storia di Villa Alberoni promette di offrire nuovi colpi di scena.

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