Scoppia la polemica a Mottola, in provincia di Taranto, dove lo scorso 25 aprile un maresciallo dei carabinieri avrebbe impedito a un gruppo di cittadini di intonare i canti della Resistenza, tra cui Bella ciao e Fischia il vento, durante le celebrazioni per la Festa della Liberazione. Dieci persone sono state identificate e rischiano ora una denuncia per inosservanza delle disposizioni impartite in occasione del lutto nazionale proclamato dopo la morte di papa Francesco e in cui il governo aveva chiesto di festeggiare “con sobrietà”.

Il caso ha suscitato reazioni politiche e sindacali. Il deputato Nicola Fratoianni (Avs) ha annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, definendo l’accaduto «un episodio grave e surreale» e ricordando il tributo di sangue pagato dall’arma dei Carabinieri nella lotta al nazifascismo. «È inaccettabile – ha dichiarato – che chi ha servito lo Stato venga oggi ostacolato nel celebrare quei valori».

Dura anche la presa di posizione della Cgil di Taranto e dei Giovani Democratici di Puglia. «Offriamo tutela legale ai dieci cittadini colpiti da questo gesto di intolleranza» ha dichiarato il segretario della Cgil, Giovanni D’Arcangelo. «Vietare i canti della Resistenza è una ferita alla memoria collettiva e alla coscienza democratica del Paese».

«L'invito alla sobrietà - aggiunge il sindacalista - collegato alla morte di un gigante come papa Francesco, in realtà è la vile strumentalizzazione che accompagna l'ennesimo pretesto per trasformare questo giorno, così importante per il nostro paese, in una festa di parte e non in una festa che unisce tutti in un unico e prezioso luogo in cui si ricorda, si riflette e si ritorna patrioti, sì ma di democrazia». 

A difesa dei militari è intervenuto il segretario pugliese di Unarma, Nicola Magno, secondo cui i carabinieri hanno agito nel rispetto delle direttive prefettizie, specialmente in un contesto delicato come quello del 25 aprile quest’anno segnato dal lutto nazionale. Ha inoltre criticato «l’ingiusto tentativo di scaricare sui militari responsabilità di gestione spettanti alle autorità locali».

Ad Ascoli corteo in solidarietà per la fornaia antifascista

«Ieri partigiani oggi antifascisti», è questo lo striscione che ha aperto il 3 maggio ad Ascoli Piceno, il corteo in solidarietà di Lorenza Roiati. La fornaia è stata identificata due volte da parte delle forse dell’ordine per aver esposto davanti la sua attività, nel giorno della festa della Liberazione, uno striscione con scritto: «25 aprile, buono come il pane bello come l'antifascismo». Al corteo, promosso dall’Anpi, ha partecipato anche la stessa Lorenza Roiati: «Questa è una risposta spettacolare perché gli antifascisti sono spettacolari. Questa è la risposta dal basso, la risposta che deve venire da tutte le città, da oggi in poi». 

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