Il presidente del Consiglio ha risposto con scetticismo alla decisione di appoggiare la sospensione dei brevetti che proteggono i vaccini anti Covid-19 annunciata la settimana scorsa dal presidente degli Stati Uniti.

«Il rischio – ha detto Draghi – è che la sospensione dei brevetti sia un disincentivo alla ricerca». Inoltre «la liberalizzazione di per sé non assicura un aumento nella produzione dei vaccini».

La questione

Da mesi la sospensione dei brevetti sui vaccini anti Covid-19 viene richiesta da una campagna internazionale condotta da esperti e attivisti e dai governi di numerosi paesi in via di sviluppo, i cui capofila sono India e Sudafrica. 

Secondo i sostenitori della campagna, la sospensione dei brevetti è il primo passo per consentire un aumento nella produzione di vaccini anti Covid-19. Al momento, la stragrande maggioranza dei vaccini sono stati acquistarti e somministrati dai paesi più ricchi al mondo, mentre i paesi in via di sviluppo ne hanno ricevuto soltanto una piccolissima parte.

Più di 170 tra Premi Nobel ed ex capi di stato e di governo hanno inviato una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti Biden per chiedergli di utilizzare il suo peso politico all’Organizzazione mondiale del commercio, l’ente incaricato di decidere sulla sospensione dei brevetti. «Che questo momento sia ricordato nella storia, come quello in cui abbiamo anteposto la salute di tutti agli interessi di pochi», hanno scritto.

I problemi

Le grandi aziende farmaceutiche rispondono a queste richieste sostenendo che sospendere i brevetti non aiuterà ad aumentare la produzione, almeno nel breve periodo. Impiantare nuove fabbriche richiederebbe anni, mentre ci sarebbero colli di bottiglia produttivi per quanto riguarda i macchinari e le materie prime necessarie a realizzare i vaccini.

Altri sostengono che se la sospensione dei vaccini portasse a significative perdite economiche per le aziende farmaceutiche, queste ultime potrebbero ridurre i loro futuri investimenti in ricerca.

Dopo mesi di dibattito e dopo che le richieste di sospensione da parte di India e Brasile sono state bloccata più volte, l’amministrazione Biden ha improvvisamente cambiato atteggiamento, schierandosi a favore della liberalizzazione.

Draghi e l’Europa

Non è chiaro come l’amministrazione statunitense intende procedere. Come ha sottolineato Draghi, «la posizione espressa da Biden si chiarirà nei prossimi giorni». Ma il governo italiano sembra allinearsi alla posizione di quello della Germania e numerosi altri paesi europei, che hanno accolto con freddezza l’apertura americana.

Draghi ha anche sottolineato che gli Stati Uniti, come il Regno Unito, al momento hanno in vigore un divieto di esportazione dei vaccini prodotti sul loro territorio. Un divieto che è in apparente contraddizione con la volontà di sospendere i brevetti e consentire un aumento della produzione mondiale di vaccini.

«Prima di arrivare ad una liberalizzazione dei brevetti è meglio rimuovere il blocco dell'export di Stati Uniti e Regno Unito – ha detto Draghi – Bisogna accelerare il passo sullo sblocco dell'export accanto alla riflessione sulla liberalizzazione dei brevetti».

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