- Una quiete nervosa è tornata sul paese dopo giorni di manifestazioni dell’opposizione di sinistra e uno sciopero generale causato dalla dura e sorprendente reazione del governo all’agitazione dei lavoratori delle raffinerie.
- Ma con l’avvicinarsi della discussione di una impopolare riforma delle pensioni, in molti ipotizzano uno scenario da incubo: la fusione delle proteste dei sindacati, quelle contro inflazione e carovita con un ritorno di proteste simili a quelle dei Gilet gialli.
- Se questo scenario è quello che aspetta la Francia, uno dei paesi europei più immuni alla crisi energetica e dei prezzi, cosa devono aspettarsi gli altri governi europei?
Dopo una settimana di manifestazione e dopo lo sciopero generale di martedì, una quiete nervosa è tornata a calare sulla Francia. Alcuni irriducibili ferrovieri nella regione di Parigi continuano a incrociare le braccia al grido di «mai più salari sotto i duemila euro!» così come i loro compagni delle raffinerie, o almeno quelli che non sono stati precettati per decisione del governo. La grande ondata è passata, ma senza una vittoria chiara né per il presidente Emmanuel Macron né per la sua o



