Nella prima giornata del suo 35esimo viaggio, papa Francesco sull’isola di Cipro mette in luce le contraddizioni dell’Europa, dall'immigrazione alle confessioni, non dimenticando l’insegnamento di Benedetto XVI
- È un papato mediterraneo quello che Bergoglio consolida in occasione del suo 35esimo viaggio apostolico a Cipro e in Grecia. Ma il suo è anche un cammino verso i paesi geograficamente più ai margini.
- «Un potere dei gesti e non gesti di potere», dice il pontefice all’Europa sempre più divisa tra un nazionalismo confessionale e il rifiuto all’accoglienza e integrazione, come mostra l’emergenza migranti a Cipro.
- Francesco sa che il suo compito è spegnere le divisioni, perché l’impegno tracciato dagli incontri interreligiosi, tradotto a parole nel Documento sulla fratellanza umana e l’enciclica Fratelli tutti, non sono sufficienti. E fa sua la lezione di Ratzinger
Con il trentacinquesimo viaggio dall’inizio del suo pontificato, a Cipro e in Grecia, Francesco consolida la vocazione mediterranea del suo papato. Ma il suo è anche un cammino profondamente europeo, perché il pontefice venuto dalla «fine del mondo» non può che rinsaldare le radici del vecchio continente nel luoghi dove i margini sono cedevoli, punti di sutura di una ferita che ancora sanguina. «Il Mediterraneo, ora luogo di conflitti e tragedie umanitarie, nella sua bellezza profonda è il ma



