Dopo la sentenza emessa dalla Corte Suprema britannica sulla definizione giuridica di “donna” nella legge sulle pari opportunità del Regno Unito, le voci delle persone transgender sono state sottratte dal dibattito mediatico. In Italia, dove a firmare analisi e commenti sui quotidiani sono state solo persone eterosessuali o gay cisgender. Ma anche in Inghilterra, dove le persone trans vengono invisibilizzate dai quotidiani del regno.

Una storia antica quella della comunità trans silenziata che però non tiene conto della vita vera, a Londra sotto un cielo plumbeo, le strade si riempiono di voci, passi, corpi che non si arrendono. Tra loro c’è A-Natalie Jones, attivista trans di 24 anni che con il coraggio di chi sa che il proprio esistere è già un atto di resistenza, scende in piazza per protestare contro la sentenza della Corte Suprema. La decisione sta ridisegnando i confini di diritti che sembravano acquisiti.

Questa intervista non è solo un dialogo: è un atto di ascolto, un tentativo di lasciare che siano loro, le persone trans, a raccontare con i propri occhi, le proprie parole, cosa significhi abitare un mondo che troppo spesso le vuole silenziose.

A diversi giorni dalla sentenza della Corte Suprema, può dirci che impatto concreto sta avendo sulla comunità transgender?

Sicuramente l'annuncio della British Transport Police (BTP): gli agenti maschi perquisiranno le donne trans in base al sesso biologico assegnato alla nascita. Farei attenzione sulle parole usate: parlava di agenti di polizia maschi che avrebbero perquisito corporalmente le donne trans. Non si parla di uomini trans. Questa informazione dice molto sull’immaginario che hanno della comunità trans che si concentra sulle donne e cancella le altre vite nel loro complesso.

Vede una strategia?

Sì, l'obiettivo di For Women Scotland e di JK Rowling di escludere le donne trans da spazi come bagni, prigioni, reparti ospedalieri e sport femminili è un progetto che risale almeno al 2018, quando è iniziata la disputa legale sulla legge scozzese che includeva le donne trans con Gender Recognition Certificate (GRC) nelle quote di genere. Rowling ha finanziato con circa 70mila sterline la causa legale di For Women Scotland, contribuendo a portare il caso fino alla Corte Suprema. Questa sentenza non è un evento isolato, ma il culmine di anni di attivismo transescludente che ha sfruttato il sostegno mediatico, finanziario e politico per influenzare il dibattito pubblico e legale.

Ascoltandola mi chiedevo: era prevedibile? Nel Regno Unito c’è stato un dibattito molto intenso e polarizzato sui giovani con diversità di genere, pensiamo al caso Tavistock.

Lo scorso anno, durante le elezioni generali, i conservatori Tories, hanno promesso che, se avessimo votato per loro, avrebbero fatto questo. Avrebbero modificato l’Equality Act. Quindi non era un'idea sconosciuta, i Tories volevano integrarla nel funzionamento della nostra società britannica. Direi che c’è un filo che lega e attraversa questo governo al traguardo raggiunto da For Women Scotland e JK Rowling con la sentenza della Corte Suprema. Ci sono stati passi indietro sulle questioni Lgbt da parte del Partito Laburista, abbiamo assistito a linee guida scolastiche transfobiche emanate dal governo conservatore. Tutto era all’orizzonte. Bastava aprire gli occhi.

Crede che la sentenza della Corte Suprema sarà il primo passo per una revisione dei percorsi di genere?

Dici un effetto domino che porti l'affermazione di genere diventi ancora più ristretta? È un pensiero spaventoso che mi sembra possibile. La decisione ha già spinto enti come la Btp e l'Nhs (il sistema sanitario nazionale) a rivedere le loro politiche, con implicazioni immediate su spazi come bagni, reparti ospedalieri e carceri. L'Equality and Human Rights Commission (Ehrc) ha annunciato un nuovo codice di condotta entro l'estate 2025, che guiderà le istituzioni pubbliche nell'applicazione della sentenza, potenzialmente limitando i diritti delle persone trans.

Come dicevamo prima: non c’è stata solo la Corte Suprema ad aver messo in discussione il diritto all'identità di genere.

Assolutamente no, nell’aprile dello scorso anno il rapporto Cass (2024) criticava i percorsi di genere per i minori. Questo ha già avuto un impatto significativo, portando alla sospensione dei bloccanti della pubertà per i minori da parte dell'Nhs England, una politica avviata dalla conservatrice Victoria Atkins e rinnovata dal laburista, dichiaratamente gay, Wes Streeting fino al 2027. Nel 2024, c'è stato poi il caso Bell contro Tavistock, in cui Bell, una persona trans che ha detransizionato e ha fatto causa all’ospedale. Questo ha avuto un impatto negativo su tutta la comunità. Ha ulteriormente amplificato il clima di cautela attorno alla terapia affermativa, alimentando narrazioni di "pentimento" che influenzano le politiche sanitarie.

Torniamo al rapporto contro la a terapia affermativa – farmaci, chirurgia – per bambine e bambini con varianza di genere che impatto ha avuto?

La proposta di Cass di una clinica di genere intermedia per i 17-25 anni potrebbe sembrare un compromesso, ma rischia di ritardare l'accesso alle cure per giovani adulti che, come hai sottolineato, spesso hanno una chiara consapevolezza della propria identità di genere. Questi sviluppi suggeriscono una tendenza verso una maggiore regolamentazione e restrizione dell'assistenza di genere, con liste d'attesa già lunghe che potrebbero peggiorare. Il rapporto Cass ha raccomandato un approccio cauto alla prescrizione di bloccanti della pubertà, citando la necessità di ulteriori evidenze sulla loro sicurezza a lungo termine. Questo ha portato alla chiusura della clinica Tavistock e alla sospensione delle prescrizioni per i minori, con un impatto devastante sulla comunità trans giovanile. La narrazione di "cautela" ha rafforzato l'idea che la terapia affermativa sia rischiosa, nonostante il consenso di molte associazioni mediche internazionali, come quelle negli Stati Uniti, che ne sottolineano i benefici. La proposta di una clinica per i 17-25 anni potrebbe limitare l'autonomia decisionale dei giovani adulti, imponendo ulteriori barriere burocratiche e mediche. Io sono stata una persona trans per tutta la vita, e sono sempre stata molto consapevole, specialmente da quando avevo 17 anni, so che le persone di quell'età sono capaci di conoscere la propria identità di genere.

Ha citato Wes Streeting, Segretario di Stato per la salute e l'assistenza sociale del Regno Unito nel governo laburista di Keir Starmer. Apertamente gay, cattolico. Mi sembra di intravedere un senso di delusione nei suoi confronti?

Prima sosteneva posizioni più inclusive, ha anche detto: «Gli uomini trans sono uomini, le donne trans sono donne, fatevene una ragione». Poi, nel 2024, ha ritrattato questa affermazione, dicendo: «ci sono molte complessità» e che la sua visione precedente era troppo semplicistica. Sono tutti segnali. E sono molto preoccupata che l'assistenza per l'affermazione di genere per le persone trans diventerà più rigida di quanto non sia già. Qui le liste d'attesa si allungano sempre di più perché la resistenza cresce anche negli ospedali.

Mi chiedevo se questa politica anti trans si rifletta nel tessuto sociale.

C'è un evidente parallelo tra l'omofobia istituzionale dell'era Thatcher e l'attuale ondata di politiche anti trans. Come negli anni '80, quando la Sezione 28 vietava la "promozione" dell'omosessualità, le attuali politiche e narrazioni mediatiche stanno creando un clima di ostilità verso le persone trans. I media britannici, come The Times, The Telegraph e il Daily Mail, spesso usano un linguaggio transescludente, con titoli come «Vittoria per i diritti delle donne e il buon senso. Le donne trans non sono donne», che amplificano la polarizzazione. Questo linguaggio non solo legittima le politiche restrittive, ma incoraggia la stigmatizzazione sociale, con un aumento dei crimini d'odio contro le persone trans (2.630 casi registrati nel 2021, probabilmente sottostimati n.d.a). La mancanza di una contro narrazione forte da parte di alleati e media progressisti, come hai osservato, lascia la comunità trans vulnerabile.

Come si sta preparando la comunità transgender ad affrontare l’ondata transescludente?

Noi non abbiamo i soldi di J.K Rowling, né il sostegno mediatico delle femministe transescludenti. Tutto quello che possiamo fare è protestare: nelle piazze, per strada. Ed è quello che faremo. Se siamo arrivati a questo punto è perché, penso, sia mancato un sostegno da parte degli alleati della comunità. Non basta mettere il pronome nelle bio dei social per dirsi vicino alla comunità trans. Anzi è una sciocchezza. Non stai affrontando nessuna Terf, non stai difendendo l’esistenza delle persone trans. Nessuno cambierà idea così. Abbiamo bisogno di qualcuno che faccia sentire davvero la nostra voce. In Inghilterra, David Tennan (l’attore di Doctor Who e Good Omens) è stato molto critico contro le politiche anti-trans di questo governo. Ecco, abbiamo bisogno di persone che facciano da megafono. Giorni fa sono andata dal mio parrucchiere per tingermi di rosa i capelli. Mi ha chiesto: «Come va la vita?». Gli ho raccontato di documentario a cui sto lavorando TransMatters Worldwide, gli ho detto che il segretario della salute gay Wes Streeting ci ha pugnalato alle spalle, gli ho parlato della quesitone dei bloccanti. Non sapeva nulla. Ecco. Mi è sembrato indicativo. Grazie, rispetti i nostri nomi, i nostri pronomi scelti è un privilegio non doversi preoccupare di come essere genderizzato in pubblico da estranei. Ma sai di questo rapporto Cass grava sulle nostre spalle? Stai denunciando che è specificamente Wes Streeting che ci sta pugnalando? Stai denunciando che abbiamo avuto almeno quattro primi ministri di fila che hanno diffuso transfobia? Stai denunciando che ci sono miliardari come Elon Musk, JK Rowling che usano il loro reddito per calpestarci? Usate il vostro privilegio e la vostra libertà per aiutare la nostra.

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