Favori e scambi di cortesie con un affiliato della feroce mafia di Foggia. Sono i rapporti di Joseph Splendido, candidato di punta della Lega di Matteo Salvini in Puglia. In politica conta solo la fedina penale? O ci sono relazioni e amicizie che sono inopportune seppure non abbiano avuto rilevanza penale? Per Matteo Salvini vale la prima. Perché uno dei suoi candidati in Puglia rientra nella seconda categoria e il leader della Lega non sembra molto interessato alla questione. È il caso di Splendido, secondo in lista nel listino proporzionale del collegio pugliese di Foggia. 

Se qui la Lega dovesse raggiungere la soglia di sbarramento Splendido sarebbe quasi certamente eletto in parlamento. É il secondo nel listino proporzionale, la prima è una nordista però, Vannia Gava, che corre all’uninominale in Friuli Venezia Giulia, feudo del centrodestra. Gava perciò sicura della vittoria in Friuli lascerebbe il posto al secondo del listino pugliese, Splendido appunto. Consigliere regionale, approdato nella Lega alcuni anni fa da Forza Italia. Sul politico però emergono alcune frequentazioni con personaggi della mafia foggiana, la più feroce della regione.

Matteo Salvini su questi rapporti tace. Anzi, nel suo tour elettorale per sponsorizzare la candidatura di Splendido è riuscito persino a riabilitare Franco Landella, l’ex sindaco di Foggia, amico di Splendido, indagato per corruzione in un’inchiesta che ha portato allo scioglimento del comune di Foggia per infiltrazioni mafiose, il secondo capoluogo di provincia, dopo Reggio Calabria, a subire un provvedimento di questo tipo. 

L’amico di mafia

La chiamano la società foggiana, per anni è rimasta sconosciuta, ignorata mentre saccheggiava un territorio, annientava presente e futuro della città pugliese e della provincia: morti ammazzati, estorsioni a tappeto, bombe e condizionamento della politica e dell’economia. La società foggiana è la mafia che annichilisce e spreme un territorio dal 1979, quando viene fondata con la benedizione del boss camorrista Raffaele Cutolo.

Nonostante tutto, c’è chi non disdegna rapporti e relazioni, negli ultimi 3 anni sono 5 i consigli comunali sciolti per mafia in provincia di Foggia e aumentano i politici che incrociano percorsi e destini dei boss della società foggiana. In questa lista spunta anche l’uomo forte di Matteo Salvini in Puglia, consigliere regionale in carica e candidato alla camera dei Deputati nel collegio plurinominale di Foggia.

Si chiama Splendido, figlio di emigranti foggiani, «l’aver trascorso parecchi anni lontano dalla mia terra ha rafforzato il mio spirito nazionalista e soprattutto l’amore per la gente della “mia amata Capitanata», scrive sul suo sito.  Splendido si definisce «al servizio del mio territorio e dei cittadini di Capitanata, da molti anni faccio volontariato per dare una mano a chi è stato più sfortunato di noi, un impegno che mi gratifica e mi riempie di gioia».

Splendido è al servizio dei cittadini e tra questi c’è anche Stefano Mucciarone per il quale si spende e con il quale intrattiene «inspiegabili connessioni», si legge negli atti di un’inchiesta della procura distrettuale di Bari. Fatti per i quali il candidato e consigliere regionale non è indagato, ma che raccontano la vicinanza e i rapporti con un esponente di vertice della società foggiana. Ma chi è Stefano Mucciarone?

È un esponente di spicco di una delle batterie criminali, cellule che compongono la società foggiana, quella Prencipe-Trisciuoglio-Tolonese, già condannato per associazione mafiosa per la sua affiliazione al clan. Mucciarone è considerato una pedina importante nello scacchiere criminale, si preoccupa di rimediare auto ‘pulite’ a complici per rapinare un istituto di vigilanza, rivendica lo sfratto di una famiglia costretta a lasciare la casa popolare di cui era legittima assegnataria, si attiva per dare un posto di lavoro a un sodale.

Il lavoro e l’auto

Splendido si preoccupa per le sorti di Mucciarone e, in particolare, spende «la sua influenza politica per trovare un posto di lavoro a Mucciarone e, tenendolo sotto la sua ala protettiva, continuava ad accompagnarlo anche nella sua vita lavorativa, intervenendo ad ogni richiesta d'aiuto», si legge negli atti. Il leghista, consigliere e forse prossimo onorevole, non lascia nessuno indietro e riceve in cambio una disponibilità da parte del condannato per mafia. Mucciarone contraccambiava occupandosi di «reperire l'auto che il politico voleva regalare al proprio figlio, accettando di fatto, che nelle more dell'acquisto, il suo discendente circolasse con una macchina presa in prestito da un pluripregiudicato come Mucciarone», si legge. Il pluripregiudicato è inserito in una famiglia che conta, la suocera si chiama Maria Amalia Prencipe, moglie del boss Salvatore Prencipe, a capo dell’omonimo clan cittadino.

Il candidato della Lega, contattato da Domani, si difende. Prima dice di non ricordare chi sia Mucciarone, poi la memoria in parte ritorna:«Non lo vedo da un anno e mezzo, lui mi lasciò una macchina da provare e poi non la comprai, può darsi che questa persona si chiamasse Stefano, ma non ricordo se fosse Mucciarone . Lui aveva la macchina che faceva per mio figlio. Me la fece provare, ma poi non l’abbiamo presa perché aveva troppi chilometri». E ha mai provato a trovare un lavoro all’uomo del clan? «Io quando posso aiuto tutti, nella legalità. Ho tanti curriculum sulla mia scrivania. Se avessi provato a trovargli un lavoro che male c’è. Non ricordo, se l’ho fatto con lui. Ho fatto tanto bene, ma non ricordo la persona specifica». 

Il comune leghista sciolto per mafia

Matteo Salvini sogna di tornare ministro dell’Interno in un possibile governo guidato da Giorgia Meloni. Nell’attesa il leader leghista è tornato a Foggia, a benedire quella giunta guidata da Franco Landella, amministrazione poi sciolta per mafia. «Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega», diceva il primo cittadino, il 23 agosto 2020, davanti a Salvini. Il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose il 5 agosto 2021. A distanza di un anno riecco Salvini nella città pugliese per inaugurare la campagna elettorale proprio di Splendido in corsa per un posto da deputato della Repubblica. L’occasione giusta per assolvere l’ex sindaco indagato.  

«Io spero che Foggia possa rieleggere un sindaco il prima possibile, la magistratura farà il suo corso, ma penso che Franco non abbia niente a che fare con la malavita», dice Salvini. Il leader leghista, durante la sua visita, è sembrato sicuro dell’elezione dell’attuale consigliere regionale Splendido che, nel 2018, aveva già provato il salto in Parlamento raccogliendo oltre sei mila voti, ma risultando comunque non eletto. 

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