- Le conclusioni cui sono giunti i consulenti tecnici dei magistrati nella perizia medico legale depositata alla procura di Siracusa nell’ambito dell’indagine sulla morte del minore di origini somale, Said, deceduto il 14 settembre del 2020 dopo essere stato trattenuto per quasi 10 giorni all’interno di una nave quarantena per migranti, gettano una altra ombra sulla gestione di questo tipo di misura che la stessa Ministra Lamorgese aveva dichiarato di voler fermare.
- Chi ha lavorato a bordo come operatore quando sulla nave Allegra c’era Said, scegliendo di rimanere anonimo, racconta a Domani che «all’inizio mancava una adeguata strumentazione sanitaria, i macchinari».
- E che «a bordo, anche negli ultimi, mesi sono state ospitate diverse persone che poi dopo l’ingresso sulle navi quarantena si sono dichiarate minorenni, ma che non sono state fatte sbarcare subito».
«Durante la fase di navigazione (27 agosto 2020 - 5 settembre 2020), l’esistenza di una importante barriera linguistica, una presentazione clinica atipica, il setting assistenziale della nave poco appropriato e uno sbarco del paziente reso complicato dalle procedure anti Covid-19 hanno certamente rappresentato condizioni che hanno determinato un ritardo diagnostico». Sono le conclusioni a cui sono giunti i consulenti tecnici dei magistrati nella perizia medico legale depositata alla procura d



