Sul tema dello stato di emergenza c’è molta confusione. Può essere utile chiarire a cosa serve e, soprattutto, a cosa non serve.
- C’è confusione sullo stato di emergenza, soprattutto su ciò cui esso non serve. Non serve a emanare la normativa che disciplina l’emergenza stessa: decreti-legge, Dpcm ecc.. Non serve nemmeno al “cambio di colore” delle regioni, che avviene con strumenti ordinari, né per tenere il CTS, che potrebbe operare come altri consulenti del Governo.
- I contratti di lavoro del personale sanitario assunto per l’emergenza Covid non durano quanto lo stato di emergenza, quindi potrebbero essere prorogati.
- Il generale Figliuolo potrebbe restare come Commissario straordinario anche a prescindere dall’emergenza, analogamente ad altri Commissari che operano in situazioni non emergenziali con poteri derogatori. Essi sono previsti da una legge sull’attività del Governo, nonché da specifiche norme di settore.
Sul tema dello stato di emergenza, appena prolungato fino al 31 marzo, c’è un’informazione a volte confusa o imprecisa. A cosa serve e, soprattutto, a cosa non serve lo stato di emergenza? Secondo l’unica legge in materia, il codice della protezione civile (d.lgs. n. 1/2018), serve a far sì che questa struttura possa realizzare, anche in deroga alla legge, «all’insieme, integrato e coordinato, delle misure e degli interventi diretti ad assicurare il soccorso e l'assistenza (…) e la riduzione



