Dopo l’invasione russa dell’Ucraina diversi paesi dell’Europa orientale chiedono un intervento della Nato, l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico. Ma come funziona il procedimento per una discesa in campo dell’Alleanza, dato che l’Ucraina non è tra i paesi membri?

L’intervento dell’alleanza può avvenire sulla base di dell’articolo 5, che recita: «Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti», ovvero si tratta di una risposta armata in caso di aggressione nei confronti di uno qualsiasi degli alleati, ma in questo caso non può essere applicato.

Diversi stati membri tra cui Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia hanno invece chiesto di attivare dell’articolo 4. Questo prevede che «le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».

Per la prima volta dall’inizio dell’escalation gli stati membri della Nato confinanti con l’Ucraina temono che la guerra possa colpirli direttamente. Ma il segretario generale dell’alleanza, Jens Stoltenberg, ha detto in conferenza stampa che l’Alleanza «non ha intenzione di dispiegare le truppe Nato in Ucraina».

«Abbiamo intenzione di proteggere gli Alleati della Nato e lo dimostriamo con l’aumento delle truppe sul fianco orientale», ha aggiunto Stoltenberg accusando la Russia di aver chiuso le porte a ogni soluzione pacifica. Il segretario ha detto che è stato attivato una strategia di difesa. Un piano «sviluppato negli anni per prepararci a una crisi come quella attuale; sono piani di difesa che danno ai comandanti militari maggior autorità per dispiegare forze dove ritengono siano necessarie».

Il premier della Lituania ha detto che il parlamento approverà durante una sessione straordinaria lo stato di emergenza. I paesi che temono di più per la propria incolumità sono proprio quelli del Baltico, dove nei giorni scorsi Stati Uniti, Canada e altri membri della Nato hanno inviato truppe aggiuntive.

I precedenti

Dalla sua creazione nell’anno 1949, la Nato è intervenuta più volte nei conflitti armati. Tra gli interventi compiuti dalla Nato c’è l’estensione di una no fly zone durante la guerra in Bosnia iniziata nel 1992, seguito dall’inizio degli attacchi aerei tre anni più tardi con l’operazione Deliberate Force. Un altro intervento è avvenuto durante la guerra in Kosovo nel 1999 con l’operazione Allied Force. Eventi non esenti da critiche da parte dell’opinione pubblica.

Più di recente si ricorda anche l’operazione in Libia nel 2011 per contrastare l’offensiva del governo di Muammar Gheddafi contro i ribelli durante la rivoluzione. Intervento terminato con la fine del regime di Gheddafi.

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