Secondo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, le cariche e i pestaggi compiuti dalle forze dell’ordine nei confronti degli studenti che due settimane fa manifestavano contro l’alternanza scuola/lavoro sono state causate da gruppi di infiltrati che avrebbero provocato la polizia.

La ministra ha dato la sua versione dei fatti oggi per la prima volta, dopo una settimana di intense polemiche per l’operato delle forze dell’ordine.

Le manifestazioni si sono svolte due settimane fa a Milano, Napoli e Torino. Nei numerosi filmati pubblicati in questi giorni si vedono cariche della polizia lanciate senza apparente provocazione, ragazzi colpiti alla testa e spintonati. Soltanto a Torino i feriti sono stati venti, alcuni con fratture o punti alla testa. Altri sono ancora ricoverati.

Nelle interviste, numerosi studenti hanno confutato le ricostruzioni delle forze dell’ordine, in cui si parlava di un clima estremamente violento in piazza. In un caso, fonti della polizia hanno parlato di un furgone utilizzato per rompere un cordone di agenti, un fatto che non si sarebbe mai verificato, secondo diversi studenti.

Lamorgese ha risposto alle accuse con un breve comunicato pubblicato poco dopo pranzo. «Purtroppo alcune manifestazioni sono state infiltrate da gruppi che hanno cercato gli incidenti – scrive Lamorgese – Dobbiamo quindi operare per evitare nuovi disordini, scongiurando che le legittime proteste nelle nostre piazze possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia».

Lamorgese non fa alcun cenno a possibili esagerazioni da parte delle forze di polizia e non commenta gli episodi più controversi mostrati nei filmati o raccontati dagli studenti, ma precisa: «Ho sensibilizzato i prefetti sulla linea da seguire, che non può che essere quella del confronto e dell'ascolto».

Qui sotto il comunicato completo:

«Deve essere sempre garantito il diritto di manifestare e di esprimere il disagio sociale, compreso quello dei tanti giovani e degli studenti che legittimamente intendono far sentire la loro voce. Dobbiamo quindi operare per evitare nuovi disordini, scongiurando che le legittime proteste nelle nostre piazze possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia. La gestione dell'ordine pubblico, affidata sul territorio ai prefetti e alle forze di polizia, si nutre anche di un costruttivo e costante dialogo con le istituzioni e del rispetto delle regole da parte di chi vuole manifestare il proprio dissenso.Ho sensibilizzato i prefetti sulla linea da seguire, che non può che essere quella del confronto e dell'ascolto, nella prospettiva di un patto destinato alle nuove generazioni che sappia coinvolgere tutte le istituzioni e l'intera società civile».

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