Camere senza finestre e prezzi oltre gli 800 euro: a Roma gli studenti fuorisede affrontano una crisi abitativa aggravata dal Giubileo e dal fallimento del Pnrr sugli alloggi
Un seminterrato ai Parioli, quattro coinquilini e nessuna finestra. Prezzo: 800 euro al mese. In un altro appartamento in zona Piazza Bologna ci sono 8 coinquilini, la muffa ricopre bagni e materassi, eppure l’affitto supera i 700 euro. Sono le case che Irene, matricola della Sapienza Università di Roma, ha visto durante l’estate: «Abbiamo cercato con largo anticipo, già a giugno, ma era impossibile. Le agenzie ci hanno chiesto 250 euro solo per vedere gli appartamenti, i proprietari spingevano per contratti in nero. Una volta una signora ci ha mostrato casa in videochiamata, ma poi il marito mi ha aggredita verbalmente quando ho chiesto chiarimenti. È stata un’esperienza umiliante».
Alla fine, Irene e un’amica hanno trovato un compromesso: un bilocale nel quartiere Trieste pensato per una coppia, affittato a 800 euro. «C’è una sola camera e un salotto con divano letto. Ogni mese ci scambieremo i posti letto. È assurdo, ma almeno non siamo rimaste senza una sistemazione», racconta.
L’emergenza fuorisede
Negli anni, il caro affitti della capitale sembra peggiorare, mentre crescono parallelamente gli studenti fuorisede: nel 2024 arrivavano fino a 70mila secondo le stime dell’Unione degli Universitari (Udu).
Il quadro nazionale è stato descritto con numeri precisi dall’Udu, che nel marzo scorso ha presentato alla Camera il report È tutto sbagliato, il Pnrr sta fallendo. «Ad oggi – ha spiegato Damiano Di Giovanni, responsabile della questione abitativa – a fronte di 900 mila studenti fuorisede, abbiamo soltanto 46.193 posti letto pubblici. La copertura della domanda si ferma al 5 per cento. Con il Pnrr la copertura reale cresce appena dello 0,5 per cento: ci stanno prendendo in giro».
I posti letto previsti dai decreti ministeriali sono 11.623, lontanissimi dall’obiettivo di 60mila entro giugno 2026. «L’Italia rischia di dover restituire i finanziamenti non spesi, a danno di tutta la comunità studentesca», continua Di Giovanni. Intanto, gli affitti sono cresciuti del 38 per cento negli ultimi tre anni.
Anche Alessandro Bruscella, coordinatore nazionale dell’Udu, accusa il governo: «Avevamo proposto un emendamento salva Pnrr per destinare più risorse agli alloggi pubblici. È stato bocciato. La ministra Bernini dovrà assumersi la responsabilità politica di questo fallimento: non solo l’obiettivo è lontano, ma l’emergenza abitativa studentesca è rimasta irrisolta».
«Parliamo di una vera emergenza abitativa», dice Daniela Palamidares, senatrice accademica dell’Udu Sapienza e membro dell'Udu Roma. «Due anni fa abbiamo piantato tende dentro la città universitaria con la campagna Vorrei un futuro qui. Volevamo denunciare l’impossibilità di tanti studenti di restare a Roma. Oggi i prezzi sono ancora più alti: una singola supera i 550 euro, una doppia arriva a 350 a posto letto, spese escluse. E non si tratta più solo del centro: anche le periferie sono diventate inaccessibili». La senatrice accademica ha sottolineato come il problema sia aggravato dal Giubileo. Molti proprietari hanno già scelto gli affitti brevi per turisti e pellegrini, lasciando ancora meno case disponibili per gli studenti.
Giubileo e gentrificazione
Il peso del Giubileo grava sul mercato da più di un anno. «Già nel 2024 i proprietari hanno cominciato ad aumentare i prezzi, per non arrivare impreparati». È quanto racconta Stefano Greco, del Coordinamento Link Universitario. «Quello che sembrava uno spauracchio si è rivelato vero: oggi una stanza costa in media 70 euro in più. Una singola sfiora i 600 euro. Chi deve studiare alla Sapienza non ha scelta: o paga, o diventa pendolare, ma a quel punto i costi e i tempi diventano insostenibili».
Alla pressione dell’Anno santo si aggiungono i nuovi modelli di “rigenerazione” urbana. «Un esempio è The Social Hub a San Lorenzo», continua Greco. «Lo presentano come riqualificazione, ma in realtà è speculazione. Strutture con affitti altissimi che trascinano verso l’alto tutto il mercato della zona, spingendo fuori studenti e residenti». «Intanto – aggiunge – in tutta la città proliferano pratiche scorrette: ci sono stati ragazzi che hanno pagato la caparra senza ricevere mai le chiavi e senza rivedere i soldi».
Prezzi in salita
Secondo gli ultimi dati raccolti da Immobiliare.it Insights, a luglio 2025 gli affitti a Roma hanno raggiunto i 18,1 euro al metro quadro, con un aumento dell’11,2 per cento in un anno. Nei quartieri più cari, centro storico e Aventino, si sfiorano in media i 30 euro al metro quadro. Ma anche fuori dal centro i numeri sono alti: 21,5 euro a Bologna-Policlinico, 20,2 a San Lorenzo e Pigneto, più di 19 a San Giovanni.
Gli annunci online raccontano la stessa storia, se non peggiore. Una doppia alla Garbatella arriva a costare anche 570 euro a posto letto. Al Torrino una singola si aggira intorno ai 600. Anche a Marconi non si scende sotto i 500. E nei quartieri più ambiti, come Prati o Parioli, le richieste superano facilmente gli 800 euro.
Reti di solidarietà
Per tamponare l’emergenza, gli studenti si organizzano. «Ogni settembre rilanciamo la notte sospesa – racconta Greco – in cui chi non trova casa può chiedere ospitalità temporanea ad altri studenti. Non è la soluzione, ma impedisce di restare per strada durante i test o i primi giorni di corsi».
Anche l’Udu cerca di costruire reti dal basso. «Abbiamo creato un gruppo WhatsApp con centinaia di studenti che si scambiano annunci e informazioni, ma senza politiche pubbliche è inutile: il governo e la Regione devono investire in residenze universitarie pubbliche. Non basta finanziare studentati privati con tariffe da hotel. Il diritto alla casa è il presupposto del diritto allo studio», dice Palamidares.
Roma continua ad attrarre studenti da tutta Italia, ma non riesce più a garantirgli un posto dove vivere. È il paradosso di una capitale universitaria che non ha un sistema abitativo all’altezza.
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