Il 2022 è ufficialmente iniziato e, anche se l’attenzione è tutta sulla presidenza della Repubblica, la giustizia torna ad affacciarsi come tema di dibattito.

Gli spunti sono molti, ma la notizia di settimana riguarda l’ennesimo scontro tra politica e magistratura: la Camera, infatti, ha negato l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni nel procedimento disciplinare all Csm a carico del deputato e magistrato in aspettativa Cosimo Ferri. In newsletter spiego il fondamento della decisione, che allarga le zone grige sulla gestione dei trojan nel caso Palamara.

Come argomenti di lettura, questa settimana propongo un ritratto di Attilio Bolzoni alla nuova procuratrice facente funzioni di Palermo, Marzia Sabella, che racconta anche il clima in una delle procure più importanti d’Italia.

Ritorniamo anche sul tema della qualità della legislazione. Il professor Pier Luigi Petrillo, che insegna Teoria e tecniche del lobbying alla Luiss Guido Carli di Roma, spiega perchè le leggi scritte male incidono sulla qualità della democrazia.

Infine, se volete rinfrescarvi la memoria sul Quirinale, vi segnalo Il grande gioco del Quirinale, un podcast curato da me che accompagna alla scoperta delle storie nascoste del Colle e che può essere un utile approfondimento in vista dell’inizio delle votazioni, il 24 gennaio.

Ritorniamo però alle notizie di giustizia.

Caos green pass

La norma nel decreto legge 1/2022 introduce l’obbligo di green pass anche in tribunale per gli avvocati, ma non è chiara sulla data di entrata in vigore dell’obbligo.

Per questo, con una nota congiunta, il Cnf e l’Ocf hanno una interpretazione autentica della ministra che la fissi al 1 febbraio.

Intanto, però, molti uffici giudiziari, tra cui la Cassazione, ha imposto l’obbligo dall’8 gennaio per tutti i difensori che entrano nel palazzo di giustizia.

Palamara #1: L’Anm torna sulle chat

L’Associazione nazionale magistrati si prepara a procedimenti contro almeno settanta magistrati, per illeciti deontologici documentati nelle chat dell’ex magistrato Luca Palamara.

A due anni e mezzo dallo scoppio del caos, è l’ultimo strascico del caso che ha terremotato la magistratura e gli uffici giudiziari italiani.

Sui nomi c’è ancora il massimo riserbo, ma indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Il Riformista indicano tra gli incolpati anche il consigliere del Csm di Area, Giuseppe Cascini, e il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. In attesa di maggiori sviluppi.

Palamara #2: No alle intercettazioni per Ferri

La Camera ha approvato con 227 voti a favore e 86 contrari (M5S e Alternativa) la decisione della Giunta, che ha negato l’utilizzo delle intercettazioni del caso Palamara per il procedimento disciplinare dell’ex magistrato e oggi parlamentare Cosimo Ferri.

Le incolpazioni di Ferri sono molto simili a quelle di Palamara (che è stato radiato), ma senza la prova regina delle intercettazioni sostenere l’accusa sarà quasi impossibile.

La decisione della Camera mette la commissione disciplinare del Csm davanti al bivio: proseguire con il procedimento oppure archiviarlo per mancanza dell’impianto probatorio.

In tutti i casi, la vicenda apre una serie di interrogativi sulla gestione dell’intero caso Palamara e lo svolgimento delle intercettazioni.

Palamara #3: la lista testi nel processo

La procura di Perugia intende chiamare in aula a testimoniare nel processo a carico di Luca Palamara per rivelazione di segreto d’ufficio anche l'ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, l'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, Luca Lotti e Cosimo Ferri. Tra loro anche Fabrizo Centofanti e l’avvocato che rivelò l’esistenza della presunta loggia Ungheria, Piero Amara. I nomi sono 24 e il processo comincerà il 19 gennaio.

Palamara #4: il nuovo libro

L’8 febbraio uscirà il nuovo libro dell’ex magistrato Luca Palamara, scritto a quattro mani con il giornalista Alessandro Sallusti.

Il titolo è “Lobby e logge” e l’attesa è forte visto il riferimento in particolare a  quella che potrebbe essere la presunta Loggia Ungheria che ha mandato in tilt il Csm e la procura di Milano.

Il Csm va a Milano

Il Consiglio superiore della magistratura a fine gennaio si trasferirà alla procura di Milano, per valutare la situazione dell’ufficio appena lasciato da Francesco Greco.

La prima commissione, titolare dei procedimenti per incompatibilità ambientale, valuterà la permanenza in quella sede di almeno due magistrati: il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Paolo Storari.

Verranno sentiti gli altri magistrati della procura, a partire dall’attuale facente funzioni, Riccardo Targetti.

I relatori del fascicolo sono il laico in quota Forza Italia, Michele Cerabona e il pm antimafia Nino Di Matteo: dovranno valutare se lo “strepitus” creato dallo scontro tra pm giustifica lo spostamento di alcuni di loro per riportare la calma in procura.

Referendum dell’Anm

Il sindacato di magistrati celebra un referendum online il 27 e 28 gennaio e chiede agli iscritti, circa il 90 per cento delle toghe italiane, se preferiscono il sorteggio per individuare i candidati al Csm e se la legge elettorale deve essere proporzionale o maggioritaria.

Gli aventi diritto al voto devono accreditarsi per votare entro il 25 gennaio, sul sito dell’Anm.

La speranza del sindacato delle toghe è di avere un’alta affluenza, in modo da raccogliere l’orientamento anche delle toghe non affiliate ai gruppi associativi.

Una voce forte della categoria peserebbe molto anche nelle interlocuzioni con il Ministero, dove la riforma dell’ordinamento giudiziario è ancora ferma.

I tempi della riforma

La riforma dell’ordinamento giudiziario è ancora ferma. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, aveva detto che l’emendamento ministeriale sarebbe stato depositato prima di Natale ma così non è stato.

Il testo è stato presentato oralmente alla magistratura e alle forze politiche ma manca ancora un testo su cui ragionare. Il punto più delicato è la riforma elettorale del Csm, per la quale la proposta è quella di una legge di tipo maggioritario con collegi binominali.

La soluzione non convince gran parte dei gruppi associativi, con esclusione di Magistratura indipendente.

Quanto ai tempi di approvazione, stringono: il ddl doveva essere approvato entro fine anno ma così non è stato e ora la scadenza è quella dell’elezione del Csm nel prossimo luglio.

Il presidente della Commissione giustizia alla Camera, Mario Perantoni, ha fatto sapere che la riforma procederà subito “dopo la sessione parlamentare per eleggere il Capo dello Stato”, quindi a inizio febbraio, verosimilmente. Ci saranno allora 5 mesi appena per approvare il ddl in entrambi i rami del parlamento.

Congresso dell’avvocatura a Lecce

Il Consiglio nazionale forense e l’Organismo congressuale Forense hanno fissato la data per il XXXV congresso ordinario, che si svolgerà a Lecce il 6, 7 e 8 ottobre 2022. Il titolo è “L’effettività della tutela dei diritti, garanzia dello sviluppo sociale”.

Progetto del Sant’Anna di Pisa contro l’arretrato

La Scuola superiore Sant’Anna di Pisa ha vinto il finanziamento del bando Pon (Piano Operativo Nazionale) Governance 2014-2020 del Ministero della Giustizia, nell’ambito del network tra dieci atenei italiani.

Il progetto vincitore si chiama “Giustizia Agile: innovazione ed efficienza negli uffici giudiziari” e punta a eliminare l'arretrato, favorire la transizione digitale, coniugare qualità ed efficienza delle decisioni giudiziarie. Al progetto lavoreranno giuristi, economisti, esperti di management e di sistemi  informatici.

Il progetto ha un valore complessivo di 8 milioni ed è finalizzato a costituire una "cabina di regia” riferita agli uffici giudiziari della 'Macro area 3', composta dalle regioni Lazio, Toscana, Umbria.

Mascherine Ffp2 nelle carceri

La struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo ha provveduto oggi stesso, infatti, a consegnare una prima fornitura di 6mila mascherine Ffp2 al ministero della Giustizia da destinare alle carceri italiane. Il ministro Cartabia ha inoltre voluto ringraziare l'associazione Atena Donna che ha donato a sua volta altre 9mila mascherine Ffp2 per le donne in carcere negli istituti di Roma, Venezia e Pozzuoli.

© Riproduzione riservata