Cari lettori,

il dibattito sulla riforma dell’ordinamento giudiziario prosegue nel suo consueto e difficile iter, che potrebbe concludersi con un accordo politico entro lunedì. Per cambiare focus dopo molti numeri dedicati a questo, la newsletter di questa settimana sceglie di occuparsi in particolare di un caso che ha coinvolto il foro di Potenza e che ha visto coinvolti un avvocato e un pm. Trovate i dettagli nella mia ricostruzione, ma certamente la vicenda non è ancora chiusa.

Sul fronte dei contributi, invece, questa settimana vengono ospitati due commenti sul tema del conflitto ucraino, ma sul fronte delle sue implicazioni costituzionali. La giurista Vitalba Azzollini affronta il tema del conflitto per capire se e come il nostro paese può entrare in guerra.

Sempre su questo tema, il filosofo Pasquale Pugliese si interroga sulla liceità dell’invio di armi in Ucraina alla luce dell’articolo 11 della Costituzione.

Lo strano caso di Potenza

La storia è talmente singolare da far supporre che ci sia ancora qualcosa di non emerso. Eppure, per ora ha provocato scompiglio nel foro di Potenza e uno scontro molto duro tra avvocati e la procura guidata da Francesco Curcio. Il caso è già arrivato al procuratore generale di Cassazione e anche alla ministra della Giustizia, con una interrogazione del senatore di Italia Viva, Giuseppe Cucca.

Riassumendo i fatti: un penalista chiede il rinvio di una udienza per legittimo impedimento, presentando un certificato medico. Il giudice la accoglie, la procura invece gli manda i carabinieri a casa per un’ispezione, sente i suoi familiari, poi convoca il medico. Ora sono entrambi indagati.

Le reazioni sono state molte: tutto il foro e i vertici nazionali hanno condannato l’iniziativa del procuratore. Mentre il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, ha scritto una nota in cui spiega che «non si è proceduto ad indagini in ragione della mera allegazione del certificato medico», ma sulla base «sia del vernale riassuntivo di udienza del tribunale» e «soprattutto sulla base si ulteriori e diverse circostanze di fatto concernenti la certificazione medica di cui si parla, che hanno reso doverosi gli accertamenti in corso».

La presidente del Cnf, Maria Masi, ha chiesto al procuratore generale di Cassazione, Giovanni Salvi, di occuparsi del caso e lui ha risposto positivamente, aggiungendo però una frase di auspicio che il «Consiglio Distrettuale di Disciplina di Potenza stia agendo con la medesima tempestività ai necessari, paralleli accertamenti».

All’esito di una assemblea degli iscritti indetta dall’Ordine degli avvocati di Potenza, sono stati proclamati 8 giorni di sciopero.

Tuttavia, è ancora in corso un ulteriore giallo: circolano infatti due verbali di udienza, che divergono in modo evidente. Il primo, redatto a mano e in forma riassuntiva, dà conto dei fatti come raccontati dall’avvocato. Il secondo, redatto in stenotipia durante l’udienza fa luce sulle ragioni per le quali il pm sarebbe intervenuto: a fargli sospettare che il certificato medico fosse falso, è stato il fatto che pochi giorni prima l’avvocato aveva fatto istanza di rinvio per legittimo impedimento, adducendo altra udienza concomitante in diverso foro, il pm chiede di fornire documentazione della convocazione d’udienza ma l’avvocato non risponde più. Salvo poi depositare richiesta di rinvio con certificato medico.

I dettagli sono molti, ho provato a ricostruirli in questo articolo.

La riforma dell’ordinamento giudiziario

Non sembra accennare a risolversi l’impasse intorno alla riforma dell’ordinamento giudiziario. Tuttavia, dopo numerosi incontri tra la ministra e la maggioranza e un nuovo slittamento dell’approdo in aula – ora fissato al 19 aprile – il tempo sembra essere finito.

La ministra ha fissato un nuovo incontro per il prossimo lunedì, prevedendo che non venga aggiornato fino a che non si sarà trovato l’accordo.

Infatti, il presidente della commissione Giustizia, Mario Perantoni, ha stabilito che martedì si inizierà necessariamente a votare il testo, visto chesono arrivati anche i pareri del governo sulle proposte emendative presentate dai gruppi. «L'approdo in aula è previsto per il 19 e non sono pensabili ulteriori rinvii». 

Il punto più critico rimane il sistema elettorale del Csm: il centrodestra e Italia Viva non demordono sul sorteggio, il ministero invece lo ritiene incostituzionale. Sono al vaglio soluzioni di mediazione, come il sorteggio dei collegi, invece che dei candidati. L’ipotesi, però, non convince i partiti. Con il risultato che tutto rimane rinviato a lunedì.

Qui Milano: l’attacco a De Pasquale

Non c’è pace per la procura di Milano, oggi gestita dal facente funzioni Riccardo Targetti, in attesa che il Csm nomini il nuovo procuratore capo. Il terremoto che è stato il caso Amara è ancora fresco e gli attriti in procura rimangono forti, come ha dimostrato una assemblea tra sostituti e aggiunti convocata da Targetti.

In quella sede è emersa la necessità di riequilibrare i carichi di lavoro, soprattutto visti i bassi numeri di fascicoli gestiti dal terzo dipartimento, quello dei reati economici transnazionali guidato dall'aggiunto Fabio De Pasquale.

Per questo Targetti ha emesso un provvedimento provvisorio che durerà fino al 25 giugno, in cui si vuole porre rimedio alla «importante anomalia riguardo al III Dipartimento» (quello dell’indagine Eni-Nigeria), costituito dall’ex procuratore capo Francesco Greco, in merito alla «significativa sproporzione nelle assegnazioni di fascicoli».

In un triennio il pool di De Pasquale ha avuto sopravvenienze di 82 fascicoli, mentre gli altri dipartimenti hanno numeri che superano il migliaio, come i circa 7mila del pool “fasce deboli”.

L’assemblea ha avuto momenti di forte contrasto: De Pasquale avrebbe mostrato un documento con le firme di 22 pm per il riassetto degli incarichi, sostenendo che era fuori ruolo che alcuni procuratori criticassero il lavoro dei colleghi in quel modo e sollevando possibili profili formali e disciplinari.

In ogni caso, ora il III Dipartimento dovrà farsi carico delle truffe assicurative e i fascicoli della "materia ordinaria", come calunnie, diffamazioni e appropriazioni indebite.

Il III Dipartimento, però, è da anni un tema scottante e, come si legge nei verbali allegati al provvedimento di Targetti, alcuni magistrati hanno parlato di «creazione del dipartimento che ha creato un vulnus». 

In particolare, la pm Giancarla Serafini ha parlato di «malcontento di sostituti», che è «alimentato dal fatto che ci sono pm che si possono permettere di fare indagini importanti perchè non gravati da una massa enorme di fascicoli» e che «vedono con assoluto fastidio il privilegio di chi invece le indagini si può permettere di farle».

In ogni caso, De Pasquale e gli altri 5 pm del Dipartimento hanno scritto una lettera in cui dicono che «in un'ottica di solidarietà d'ufficio e sino alla definizione dei nuovi criteri organizzativi, la disponibilità ad un aumento delle assegnazioni dell'ordinario».

Calano i redditi degli avvocati

L’ordine degli avvocati di Milano ha svolto insieme all’Università Cattolica un sondaggio per valutare l’impatto del covid sui redditi degli avvocati milanesi.

Su un campione di 810 avvocati che hanno risposto, «il 56% ha visto ridursi il proprio reddito personale» e circa la metà di questi ha avuto «un calo tra il 10 e il 50%».

Tra i numeri contenuti nel documento ci sono quelli sull'impatto dell’emergenza sanitaria sulla professione: tra i 447 titolari di studio o soci di società tra avvocati, il 68% dichiara di aver subito un calo di fatturato e, tra questi, oltre due terzi dichiara un calo tra il 10 e il 50%. Qui per leggere il bilancio di sostenibilità pubblicato.

Gli organi di autogoverno

Mercoledì 31 marzo si è svolto presso la Luiss Guido Carli un convegno dal titolo “La Corte dei conti al servizio del Paese per una ripresa economica equa ed efficiente”, in ricordo del presidente emerito della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. A organizzarla, il Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche, “Vittorio Bachelet” e l’Associazione magistrati della Corte dei conti.

Particolarmente significativo è stato il dibattito della prima tavola rotonda, dal titolo “Gli organi di autogoverno delle magistrature”, a cui hanno preso parte i rappresentanti di tutti gli organi di autogoverno: il presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio, il Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, il Presidente della Corte dei conti Guido Carlino, il Procuratore Generale Militare presso la Corte Suprema di Cassazione Maurizio Block, il Presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria Antonio Leone, l’Avvocato generale aggiunto dello Stato Leonello Mariani, il Professor Aristide Police e il Professor Raffaele Bifulco.

Per rivederla, questo è il link di Radio Radicale. 

L’avvocatura sul Csm

Alla luce del dibattito piuttosto acceso sulla legittimità del voto agli avvocati nei consigli giudiziari per valutare la professionalità dei magistrati, il Consiglio nazionale forense ha organizzato un convegno dal titolo “La riforma dell’ordinamento giudiziario e il ruolo dell’avvocatura”.

Interessante è stato il confronto tra la presidente del Cnf, Maria Masi, e il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia.

Anche in questo caso, è possibile rivedere il convegno a questo link.

Caos in Ocf, aggiornamenti

In attesa dell’assemblea dell’8 aprile, in cui si voterà il nuovo ufficio di coordinamento e si discuterà la situazione politica interna all’Organismo congressuale forense, sono arrivate le dimissioni del tesoriere.

L’avvocato Alessandro Vaccaro, infatti, si è dimesso anche dall’assemblea di Ocf e non più solo dall’ufficio di coordinamento. A suo carico pesa ancora però il mancato chiarimento sulle ragioni dei bonifici dal conto dell’Organismo al suo personale, che poi venivano da lui ri-bonificate.

Intanto, l’attività di controllo sui conti continuano e, secondo indiscrezioni, sarebbero state trovate anomalie anche nelle causali dei bonifici e dei pagamenti contestati a Vaccaro e nelle spese effettuate dall’ufficio di coordinamento.

Per chiarimenti confermati e più puntuali, però, bisognerà aspettare la relazione del comitato che sta analizzando i bilanci.

Referendum sulla giustizia

E’ stato fissato il giorno in cui si voterà per i referendum sulla giustizia: il 12 giugno, in concomitanza con il primo turno delle elezioni amministrative.

I quesiti riguardano la giustizia e riguardano il sistema elettorale del Csm, la valutazione delle toghe, abrogazione della legge Severino, modifica delle misure cautelari, separazione delle funzioni in magistratura.

Qui un piccolo schema riassuntivo, per capire i contenuti dei referendum e come si intersecano con la riforma dell’ordinamento giudiziario.

ll dato politico, però, riguarda il fatto che la Lega, proponente i referendum, di troverà contemporaneamente seduta al tavolo per riformare in via parlamentare il ddl sull’ordinamento giudiziario e impegnata in campagna elettorale per sostenerne una modifica in via referendaria.

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