Si riaccende anche lo scontro tra ministro e magistrati sul caso Almasri. Il Csm approva la delibera sul Pnrr
La settimana della giustizia è finita fagocitata dall’inchiesta di Milano, che vede coinvolto come indagato anche il sindaco Beppe Sala. Siamo in una fase assolutamente preliminare – gli interrogatori preventivi introdotti dalla riforma Nordio sono previsti per il 23 luglio – e anche l’ipotesi accusatoria andrà chiarita insieme agli elementi di prova in mano agli inquirenti. Tuttavia, dopo le anticipazioni e le indiscrezioni pubblicate sui quotidiani, il terremoto politico è assicurato.
Qui trovate un ritratto del procuratore capo di Milano, Maurizio Viola, scritto da Giovanni Tizian.
Questa è stata anche la settimana della delibera del Csm con le misure per gestire il raggiungimento degli obiettivi di disposition time civile previsti dal Pnrr. Su questo c’è un commento dell’ex magistrato Claudio Castelli.
Di giornata è anche lo scontro riacceso dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha detto: «L'altro giorno un magistrato in servizio si è permesso di indicare su un giornale tutti gli errori fatti dal ministro nel caso Almasri. Che un magistrato si permetta di censurare su un giornale le cose che ho fatto, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri. Potrebbe essere oggetto di valutazione». Immediata la reazione dei gruppi associativi.
Sul tema della separazione delle carriere, invece, interviene con un commento su “controllori e controllati” l’ex magistrato di Cassazione, Rosario Russo.
Infine, ricordo che è disponibile su tutte le piattaforme podcast la nuova puntata di Per questi motivi, il podcast di Domani che racconta i processi che hanno cambiato la storia sociale italiana. La seconda puntata, sul processo a Lidia Cirillo che uccise il suo promesso sposo – un militare inglese che la aveva ingannata ed era già sposato - si interroga sul delitto d’onore e sul peso che l’opinione pubblica aveva sui giudici già nel 1945.
Fondi Pnrr a rischio
Il Csm ha approvato una delibera contenente misure eccezionali per tentare di raggiungere il 40 per cento di riduzione del disposition time civile, oggi al 20 per cento. Una mano tesa al ministero, per scongiurare il rischio di perdere i fondi del Pnrr.
Sul tema è intervenuta anche l’Anm: «Non possiamo che manifestare tutta la nostra preoccupazione» che ha parlato di obiettivo «fuori portata e che quindi non andava assunto in questi termini» e di «una sbagliata programmazione, da parte del ministero, delle risorse necessarie al suo pieno conseguimento». Nel documento si sottolinea che il ministero «non sapendo come risolvere il problema, ha chiesto tardivamente aiuto al Csm per l'individuazione di una soluzione che non potrà che consistere nell'adozione di strumenti eccezionali, verosimilmente inadeguati comunque insufficienti a fornire una risposta in linea con le aspettative dell'Unione europea».
Critiche al testo arrivano dal laico di minoranza Michele Papa, che pure ha votato a favore: «Ho apprezzato il generoso sforzo profuso dai consiglieri togati nella predisposizione della delibera a cui si è accompagnato un positivo dialogo istituzionale. Resto tuttavia perplesso sul merito delle soluzioni individuate per il raggiungimento degli obiettivi PNRR: talora macchinose, se non addirittura rocambolesche, onerose e disarmoniche rispetto ai principi fondamentali del processo. A mio avviso sarebbe stata più apprezzabile una maggiore responsabilizzazione dei magistrati in termini di carichi di lavoro, così da produrre una ricaduta positiva agli occhi dei cittadini, trasmettendo un credibile messaggio d'impegno. Il rischio per i magistrati oggi, invece, è quello di attirarsi pretestuose accuse di protagonismo senza poter realmente incidere sul raggiungimento degli obiettivi PNRR».
Il presidente del tribunale di Roma
La nomina del nuovo presidente del tribunale di Roma è molto rilevante perché è la prima nomina relativa a un ufficio di grandi dimensioni in cui si applica il nuovo testo unico sulla dirigenza giudiziaria approvato dal Csm, che era stata oggetto di divisioni in consiglio.
I nomi erano Giuseppe Ciampa (sostenuto dai consiglieri di Area e Md) che ha ricoperto un incarico semidirettivo e uno direttivo in un ufficio di grandi dimensioni e Lorenzo Pontecorvo (sostenuto dai laici Carbone ed Eccher e quelli di Unicost e MI) che ha ricuperto un incarico semidirettivo e due incarichi equiparati a incarichi direttivi.
Alla fine è stato nominato Pontecorvo, che è stato avvantaggiato nel giudizio discrezionale del Csm della previsione dell’articolo 29 comma 5 TU, secondo cui le esperienze fuori del ruolo organico della magistratura tassativamente concorrono a integrare le esperienze. Nel suo caso, due incarichi fuori ruolo espressamente equiparati alle “altre esperienze direttive in Uffici di primo grado omologhi per funzioni e le esperienze semidirettive nelle medesime funzioni a concorso”: l’esperienza quale componente del Csm per l’intero quadriennio e la rilevante e pluriennale esperienza dirigenziale maturata presso il Ministero della giustizia per circa quattro anni dal 1994 al 1998.
La nomina alla Scuola superiore della magistratura
Il Csm ha approvato con 13 voti favorevoli, 11 contrari e 7 astenuti la delibera che ha collocato fuori ruolo Enrico Quaranta per assumere l’incarico di segretario generale della Scuola superiore della magistratura.
La nomina è stata controversa perchè Quaranta era presidente di sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove c0è una scopertura effettiva di organico superiore al 20 per cento e questo sarebbe un requisito ostativo al collocamento fuori ruolo.
Nonostante il rigetto della richiesta a novembre 2024, la Scuola non ha provveduto a nuova designazione e ha congelato la procedura per cinque mesi, per poi riproporre lo stesso nome con una delibera di maggio. Così infine il plenum ha accolto a maggioranza la richiesta, con la contrarietà in particolare di Unicost.
L’approvazione della riforma costituzionale
Il Senato ha fissato per il 22 luglio la data finale per l’approvazione della riforma costituzionale di separazione delle carriere, creazione di due Csm e sorteggio.
L'Unione delle Camere penali italiane ha costituito il comitato per il sostegno alla riforma costituzionale in vista del referendum e ha dato vita al comitato ''Camere Penali per il sì'', con il quale promuovere in sede di campagna referendaria le ragioni della riforma, «che costituisce un obiettivo storico dei penalisti italiani e sollecitare il dibattito pubblico sulla necessità della separazione delle carriere, al fine di realizzare una giustizia moderna, trasparente e democratica, ma anche più giusta e funzionale nell'interesse di tutti i cittadini».
I borseggiatori e la Cartabia
In estate aumentano i furti ai danni dei turisti nelle città italiana, dunque si sta animando un fronte bipartisan di sindaci che ha chiesto al governo modifiche alla riforma Cartabia che esclude la procedibilità d'ufficio per questi reati. Gli esponenti della Lega con i sottosegretari di Interno e Giustizia, Molteni e Ostellari, annunciano di essere già al lavoro per adeguati correttivi in un nuovo decreto sicurezza.
Misure alternative e carcere
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha accertato che 10.105 detenuti cosiddetti definitivi sono potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere. Per questo - viene spiegato in una nota - «al ministero della Giustizia è stata istruita una task force che ha già attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni».
Al netto di questo, sul Corriere della Sera il ministro ha dato una intervista con una peculiare ricostruzione rispetto alla questione dei suicidi e del sovraffollamento: «Due problemi gravi, ma non connessi. Anzi, paradossalmente il sovraffollamento è una forma di controllo: alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella. È la solitudine che porta al suicidio. Ma soprattutto la mancanza di speranza e l’incertezza del domani. Molti si uccidono proprio quando è imminente la loro liberazione».
Una lettura inedita, secondo cui paradossalmente il sovraffollamento eviterebbe i suicidi. Se così fosse, però, con un sovraffollamento al 134 per cento non ci sarebbero dovuti essere il numero record di quasi 40 sucidi.
Il Coa di Busto Arsizio scrive a Mattarella
«La situazione è insostenibile e la soluzione improcrastinabile in quanto privi di tutela si trovano i cittadini e dei piccoli imprenditori, risultando garantiti solo i "diritti" dei debitori e dei furbi», si legge nella lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e firmata da tutto l'Ordine degli avvocati di Busto Arsizio (Varese).
La lettera denuncia il rinvio di udienze al 2031 con procedimenti che, se va bene, si concludono in 7-8 anni e 10mila ricorsi a decreti ingiuntivi attualmente pendenti che significano 50 milioni di euro nel limbo per le aziende, oltre a circa 8 milioni di euro di parcelle non incassate dagli avvocati. Il rischio, denunciato più volte dall'Ordine, è quello di mettere in ginocchio il sistema economico del Varesotto. «Non ha senso impugnare sanzioni amministrative quando ormai è inutile» e «inutili si sono rivelate sino ad oggi le interlocuzioni con il ministro della Giustizia».
Nuovi vertici per Unicost
L'assemblea nazionale di Unità per la Costituzione (Unicost) ha rinnovato le cariche: Michele Ciambellini è il nuovo presidente del gruppo Unicost: già consigliere del Csm, dal 2018 al 2023, è stato membro del collegio disciplinare che ha sanzionato i magistrati coinvolti nel caso dell'hotel Champagne.
Accanto a lui, nel ruolo di segretari, sono stati nominati i magistrati Italo Federici e Anna Maria Frustaci. «Il gruppo conferma la propria linea di impegno incondizionato a tutela dei magistrati nell'esercizio delle loro funzioni, respingendo ogni condizionamento e pregiudiziale politica, riaffermando invece la centralità della testimonianza quotidiana dei valori costituzionali».
I componenti della direzione sono Daniela Monaco Crea, Sebastiano Cassaniti, Luca Volino, Karin Catalano, Arturo Picciotto, Laura Brunelli, Valentina Ricchezza e Carla Di Filippo.
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