Continua l’operazione di «whitewashing» per rendere il paese sempre più appetibile ai maschi bianchi occidentali. Non è proprio questa l’essenza dell’umorismo, come ci insegna Pirandello? Il sentimento del contrario, la distorsione grottesca della realtà, vecchie imbellettate e comici ben pagati per mettere a bada insolenza e coscienza, disposti a rinunciare alla sostanza su cui, in teoria, si baserebbe il loro mestiere: la libertà
Dal 26 settembre al 9 ottobre, in Arabia Saudita, si tiene il festival di stand up comedy più ghiotto dell’anno, il Riyadh Comedy Festival, una sorta di Primavera Sound ma con Louis CK e Dave Chappelle al posto di Charli XCX e Sabrina Carpenter e con i grattacieli futuristici al posto dei bagni chimici barcellonesi. Dopo Inzaghi e CR7, ex presidenti del Consiglio italiani con una forte vocazione per le consulenze e i Mondiali di calcio nel 2034, continua l’operazione di «whitewashing» - così lo definisce l’organizzazione Human Rights Watch - per rendere sempre più appetibile ai maschi bianchi occidentali la terra del futuro, fondata su solidi principi come libertà d’espressione e diritti di lavoratori, donne, migranti.
Se non fosse che si tratta di una storia vera, sarebbe il miglior sketch del Saturday Night Live degli ultimi vent’anni. Loro che su blasfemia, oscenità e disubbidienza hanno fondato un genere comico, orgogliosamente insubordinato, oltre che fondamentalmente (e alle volte pure fin troppo freudianamente) onesto, vestono i panni di giullari di corte che, grazie a un generoso bonifico, possono «guardare dall’altra parte», come ha confessato con encomiabile candore un comedian, Tim Dillion - nel suo caso si parla di qualche centinaio di migliaia di dollari, per altri il cachet è più nutrito.
In fin dei conti, non è proprio questa l’essenza dell’umorismo, come ci insegna il grande Pirandello? Il sentimento del contrario, la distorsione grottesca della realtà, vecchie imbellettate e comici ben pagati per mettere a bada insolenza e coscienza, disposti a rinunciare alla sostanza su cui, in teoria, si baserebbe il loro mestiere: la libertà. Come si dice: fa ridere, ma fa anche riflettere.
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