- Nessuna fretta, servono attenti studi e verifiche prima di prendere qualsiasi decisione sulle spiagge. La tesi, surreale, del governo Meloni è che non esista un problema di concorrenza e accesso al mare.
- Il Mit, che non è l’università di Boston ma il Ministero di Salvini, avrebbe confermato la non esistenze di un problema di scarsità della risorsa, e quindi niente gare.
- In realtà il governo e i balneari hanno ben chiaro che le gare saranno inevitabili ma vogliono sabotarle in ogni modo con ritardi e provvedimenti contraddittori, a difesa di rendite e privilegi corporativi contro trasparenza e diritti di tutti i cittadini di accedere a spazi che sono pubblici e inalienabili.
Studiare, approfondire, verificare con attenzione. Quando si tratta di spiagge il governo Meloni è disponibile a prendere strade inedite, chiedendo aiuto a tecnici e scienziati per valutare bene e a fondo, prendersi tutto il tempo necessario prima di qualsiasi decisione. Dall’ultima riunione del Tavolo tecnico in materia di concessioni balneari, istituito presso la presidenza del Consiglio, è venuta fuori una scoperta straordinaria, che se confermata può aprire le porte del Nobel per la fisic



