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La lezione dei Mondiali: non scegliamo più con chi confrontarci ma su quali valori

  • Nella seconda settimana l’attenzione sui Mondiali di calcio sembra tornare a concentrarsi sul gioco piuttosto che sulle polemiche sui diritti civili. Perché il dibattito sull’opportunità di giocare in Qatar non trova risposte convincenti
  • C’è chi vorrebbe accettare i Mondiali in nome della realpolitik, chi boicottarli, chi pensa che possano esportare la democrazia. Ma queste ipotesi esprimono il punto di vista dell’occidente, che si illude che globalizzazione e libero mercato ancora gli appartengano.
  • I nuovi blocchi creati dalla fine dell’unipolarismo ci dicono che c’è un limite alla nostra possibilità di influenzare gli altri. Dovremmo smettere di chiedere con quali interlocutori vogliamo confrontarci e cominciare a domandarci su quali valori e principi.

È probabile che questa seconda settimana dei Mondiali di calcio in Qatar si concentrerà molto di più su quanto avviene in campo che sui diritti civili al di fuori di esso. La palla è tonda, come argutamente notava un famoso filosofo tedesco, e anche l’attenzione dell’opinione pubblica tende a compiere veloci ribaltamenti di campo. Stavolta non è solo questione di volubilità: ogni volta che noi rappresentanti del pensiero occidentale ci troviamo a guardare negli occhi paesi “non allineati” alla

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