Ci dobbiamo sempre fare riconoscere. Come se questa ottantaduesima Mostra del Cinema non avesse già attirato abbastanza polemiche, ci mancava il video dell’intervista a Julia Roberts, Andrew Garfield e Ayo Edebiri, schierati a Venezia da Luca Guadagnino, in cui una giornalista italiana rifila le solite noiosissime domande sul politicamente corretto, Black Lives Matter e MeToo, dimenticandosi di rivolgerle all’unica donna nera nella stanza.

Il tempo di internet non è galantuomo, è spietato. Nel giro di poche ore, questo piccolo incidente diplomatico-cinematografico ha cominciato a rimbalzare tra siti e pagine internazionali – per dire, il tweet di Pop Crave ha già dieci milioni di visualizzazioni. «With your sunglasses on I can’t tell which of us you were talking to», prova a rimediare Julia Roberts, tentando un salvataggio in corner della giornalista. «The question was for Julia and Andrew», rincara lei.

E pensare che l’ispirazione per salvarsi da questa gaffe l’intervistatrice ce l’aveva a portata di mano. «Era una domanda, come si suol dire, surreale», dice Franco Maresco a Enzo Castagna in quel capolavoro che è Enzo, domani a Palermo!, «surreale ‘a minchia», risponde l’impresario.

Franco Maresco, che da questa Mostra esce vincitore immorale, anche solo per aver messo in scena nel suo Un film fatto per Bene il rapimento del critico cinematografico Francesco Puma – «l’uomo più cretino che io abbia mai conosciuto», lo descrive così –, atto di ribellione e di riscatto verso la categoria, che non manca mai di coprirsi di ridicolo, in svariati modi. E di questo, la Mostra ci ha dato grande prova.

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