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Per cambiare il mondo abbiamo bisogno di verbi da declinare al futuro

  • “Preservare”, “difendere”, “tutelare”: i verbi della cultura progressista sono i medesimi della cultura conservatrice. È come se dovessimo resistere a un costante pericolo piuttosto che immaginare un cambiamento
  • Persino la tragedia dell’Emilia Romagna sembra una metafora di una società sempre intenta a ricostruire l’esistente, anziché progettare qualcosa di nuovo, la cui anche sola idea potrebbe essere di stimolo a uscire dalla crisi.
  • Ma per tornare a immaginare il futuro dovremo ripartire proprio dalle parole, inventando nuovi verbi per nuove idee, capaci di spronarci a camminare anche nel fango pur di raggiungerle

“Preservare” l’ambiente, “difendere” la democrazia, “tutelare” i diritti. Da Platone a Nanni Moretti sono stati in tanti a riflettere sull’importanza di scegliere le parole. Ma in tutta la grammatica, oggi forse sono i verbi quelli che finiscono per tracciare davvero i caratteri del nostro modello di società. Nel caso delle frasi citate, così centrali nella comunicazione dell’odierna cultura progressista, è interessante notare quanto siano costruite intorno a verbi solitamente associati a una

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