Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione (il Merito verrà, forse, con apposito decreto), ha scritto una lettera a tutti gli studenti italiani per spiegare, in occasione del trentatreesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, che il comunismo è stato «un incubo». Il contenuto della lettera è stato da molti giustamente criticato anche su questo giornale da Davide Maria De Luca. Sintetizzare la storia del comunismo come «il sogno di una rivoluzione radicale» che proietti l'umanità «verso il paradiso in terra», solo che le cose vanno male e «la via verso il paradiso in terra si lastrica di milioni di cadaveri», è una semplificazione da happy hour che si giudica da sola.

Problema al di là dei contenuti

L'aberrazione più grave prescinde però dai concetti espressi nella lettera. Poteva essere un inno al comunismo, o una valutazione più equilibrata e largamente condivisibile. La lettera avrebbe potuto essere preceduta da analogo trattatello in occasione del 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, per dire che anche il fascismo è stato un incubo, oppure che ha fatto anche cose buone. Sarebbe stato assurdo in ogni caso. L'errore è stato intestarsi il diritto/dovere e quindi il potere di stabilire come è andato realmente il mondo nel ventesimo secolo. Da questo punto di vista la mossa del giurista milanese appare proiettata verso gli ampi spazi aperti dell'ilarità, lasciandoci intendere la convinzione del Valditara, che pure è un professore universitario e dovrebbe conoscere il problema, che il ministero dell'istruzione sia un palcoscenico a disposizione dei numeri di cabaret del titolare pro tempore.

Ma c'è un aspetto più scandaloso e serio, soprattutto dal punto di vista degli studenti che sentissero leggere in classe la lettera del ministro. La scuola pubblica serve a fornire gli strumenti di conoscenza e di metodo, e quindi la capacità di formulare un autonomo giudizio critico, nel caso specifico su che cosa su che cosa è stato il comunismo. Invece qui il ministro si arroga il potere di dire d'autorità, a milioni di ragazzi in formazione, che cosa è stato il comunismo. Stiamo parlando di scuola o di catechismo? Valditara catechizza i giovani sul comunismo con la stessa orgogliosa sicurezza con cui in occasione della giornata mondiale delle addizioni (sicuramente avranno istituito anche quella) manderebbe una circolare per ricordare ai virgulti che due più due fa quattro.

La scuola è un’altra cosa

La scuola è un'altra cosa. È quel posto dove cento insegnanti spiegheranno il comunismo in cento modi diversi, dove può capitarti il professore più incline a considerarlo un incubo lastricato di cadaveri e la professoressa convinta che abbia segnato un miglioramento dell'umanità. L'importante è che ciascun docente faccia il suo dovere (e la maggioranza lo fa), trasferendo ai ragazzi gli strumenti culturali necessari a ragionare con la propria testa. E l'arma più importante è la consapevolezza che non esiste la verità assoluta e che bisogna confrontarsi con le mille verità degli altri per definire la propria.

Invece Valditara non solo pensa che esista una verità storica assoluta, ma anche che spetti al ministro pro tempore stabilirla e promulgarla con brevi missive gonfie di retorica. Cosicché se il suo posto venisse preso da un nostalgico di Stalin (a sentire gli esponenti della destra la politica italiana pullula di post-trinariciuti) il povero studente che in prima liceo ha letto il Sillabo di Valditara verrebbe costretto prima dell'esame di maturità a leggere il "contrordine compagni" di contenuto opposto.

L'effetto è comico ma anche scandaloso. Valditara si comporta come se fosse ministro della Verità storica, verità che risiede in lui in quanto ministro. Allo stesso modo il ministro della Salute Orazio Schillaci potrebbe scrivere a tutti i medici come si fa un massaggio cardiaco a regola d'arte. E il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida potrebbe spiegare ai coltivatori diretti come si potano gli ulivi. E il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini potrebbe insegnare agli ingegneri come si fanno i calcoli del cemento armato. Verrebbe da ridere se non fosse che fare questi giochini sulla scuola è davvero pericoloso e in definitiva insopportabile.

Per fortuna la filosofia di Valditara va in tilt e si annulla da sola grazie a una banale constatazione alla portata di tutti coloro che sono andati a scuola prima della sua nomina: il vero incubo del socialismo reale nei paesi dell'Europa dell'est e del fascismo italiano è stato che i ministri dell'Istruzione erano come lui. Definivano per decreto la verità storica da insegnare nelle scuole.

 

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