Cara Giulia,

sto per compiere un passo importante: trasferirmi dal mio fidanzato, lasciandomi alle spalle il nido materno. Lui ha 13 anni più di me, stiamo insieme da poco più di un anno e mezzo, ma ne abbiamo passate tante e il nostro sentimento sembra comunque non essere stato scalfito da queste peripezie.

L'unico neo in questa relazione è che lui ha una perversione sessuale che non mi dà pace: gli piacerebbe coinvolgere un’altra persona nei nostri rapporti o che io facessi qualcosa con un altro e poi gli riportassi l’accaduto. Io non ho le stesse inclinazioni e più volte ho cercato di fargli capire il mio punto di vista. Lui si dispiace per quello che prova, dice che non mi chiederà più niente del genere, ma la volta dopo siamo allo stesso punto, come l’eterno ritorno nietzschiano. So per certo che, se cedessi alle sue pressioni, non me lo perdonerei mai. Non voglio fare qualcosa solo per compiacerlo – e la mia psicologa mi ripete sempre che non devo in alcun modo  – però questo sta minando lentamente la mia autostima. Sì, mi dice che sono bella e non risparmia i complimenti, però in camera da letto sembra che io sia eccitante solo se m’invento ipotetici scenari con un altro. È un problema che non so come risolvere e mi sembra che questo equilibrio sia precario, tanto che, a marzo, l’ho tradito col mio ex, spinta da un risentimento che non credevo di covare.

Hai qualche consiglio da dare a un’anima disperata?

C.


Cara C.,

più che un consiglio ho una domanda: perché? Perché andare a vivere con una persona con cui, mi duole dirtelo, potresti trovarti molto presto a litigare per chi si tiene il Dyson che avete comprato a metà? Perché sottoporti a un trasloco quando la strada da casa tua a quella nuova è disseminata di ordigni inesplosi? Hai mai provato a trascinare un frigorifero in un campo minato? Io neanche, ma mi sembra un’impresa inutilmente faticosa ed è esattamente quello che ti accingi a fare. Perdonami i toni apocalittici, ma nella tua lettera ci sono talmente tante bandierine rosse che non so dove posare lo sguardo. Procediamo con ordine.

Prima di tutto vorrei che considerassi che la convivenza è come lo specchio con cui ti studi i pori della zona T la sera (se sei molto giovane forse non hai ancora cominciato a farlo, ma presto capirai). Ogni piccola imperfezione improvvisamente diventa un cratere infernale e dal momento in cui ne prendi coscienza, nella luce fredda e impietosa del bagno, è impossibile da ignorare. Vivere con un’altra persona fa esattamente questa cosa qui: ti sbatte in faccia ogni crepa trascurata e il più delle volte, con la stessa pessima illuminazione di cui sopra, ti costringe a fare i conti con delle fondamenta molto più instabili di quanto avessi pensato.

Consideriamo poi quello che tu definisci neo. Quanto è grosso questo neo? È un Eva Mendes o un Bruno Vespa? Non vorrei essere troppo letterale, ma i nei si mappano per un motivo: bisogna accertarsi che non nascondano un tumore. Ora, siccome a quanto pare non riesco a uscire dalle metafore epidermiche, diciamo che magari questo vostro neo non è letale, ma è abbastanza grande da essere considerato inestetismo, e dunque rimosso.

Chiami perversione quella che lui forse chiamerebbe fantasia, e questo ti dà già la misura di quanta poca voglia hai di pensare a questo aspetto della vostra vita sessuale, e quanto è lontana dai tuoi desideri. Ovviamente la tua psicologa ha ragione. Non devi fare mai niente che non ti va di fare (in generale nella vita, ma soprattutto a letto). E idealmente, in una relazione sana, qualsiasi cosa significhi questo per te, non ti troveresti nelle condizioni di dover declinare l’invito più di una volta.

È sempre giusto parlare e condividere le proprie voglie con l’altro, ma a una certa, se dopo il primo “no grazie” devo ancora respingerti come un testimone di Geova, c’è qualcosa che non va. La questione mi allarma in particolare alla luce della vostra differenza d’età, che non è di per sé un problema, ma solo finché non ti sembra di subire un rapporto di forza squilibrato. Le pressioni le mettesse al suo cane, non alla sua fidanzata.

Sul finale a sorpresa poi sono particolarmente interdetta. Sei andata a letto con un altro, va bene, ma non è esattamente quello che ti era richiesto? Come fa a ricadere nella categoria dei tradimenti? La fantasia non si applica agli ex? Esistono le corna per un uomo che le incoraggia? Mi sembra tutto eccessivamente complicato e la confusione è tale che non riesco neanche a fare una battuta sull’eterno ritorno e Nietzsche con la sifilide.

Quello che so è che quando sento parlare di risentimento, più o meno represso, nella mia testa non risuona la marcia nuziale. Poi magari la dimensione domestica vi aiuta a dare una quadra al vostro rapporto, ma da perfetta sconosciuta ti dico che la vedo dura (altro fun fact sulla convivenza: la libido è sempre la prima a lasciare l’appartamento) anche perché dalla lucidità con cui ne parli sai già da sola che il problema c’è e non c’è un acido salicilico che stringa questo poro. Se ormai hai fatto gli scatoloni e la mia risposta ti giunge troppo tardi, armati di buoni propositi e vedi come va. Magari condividi tu le tue fantasie, potrebbe bastare a placare il fidanzato per un po’ e a ritrovare un’intesa sessuale che evidentemente ora vi manca. Se invece hai un po’ di margine di manovra e i traslocatori non sono ancora arrivati, temporeggia e pensaci bene. Uscire di casa, come dici tu, è un passo importante, ma niente ti vieta di farlo da sola.

Giulia


 

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