«Cent’anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l’aveva messo al mondo.»

Nel centenario della Marcia su Roma, Mussolini il capobanda di Aldo Cazzullo, Strade Blu Mondadori, marcia sulla classifica dei libri. Superando, e eguagliando per copie, il romanzone letterario di Antonio Scurati M. Gli ultimi giorni dell’Europa, Bompiani. Il titolo viene da una definizione di Filippo Turati. Ed è la prima volta che Cazzullo, editorialista e vicedirettore del Corriere, la scala fino al primo posto. Da molti libri, seguendo le tracce di un altro grande giornalista come Indro Montanelli, Cazzullo sta costruendo una storia d’Italia attraverso l’identità nazionale: Dante, la resistenza, ora gli orrori del fascismo e i crimini di Mussolini. Con una narrazione chiara, potente, accogliente.

Successo analogico e digitale

In questo caso la storia è più o meno questa. «Fino al 1938 Mussolini le aveva azzeccate tutte, e tutti gli italiani erano fascisti. Certo, il Duce aveva avuto la mano pesante con gli oppositori; ma quando ci vuole ci vuole; in fondo non ha ammazzato nessuno, o quasi. Amante delle arti e delle donne, bonificatore di paludi, demolitore di anticaglie e costruttore di nuovi quartieri: un capo pieno di virtù. Peccati solo la sbadata per Hitler, le leggi razziali, la guerra fatta per raccogliere “qualche migliaia di morti” ed essere ammessi al tavolo della pace. Peccato, davvero. In realtà non è andata così».

Cazzullo ripercorre un passato che ci piacerebbe dimenticare. E di cui ci dovremmo vergognare. Dalla morte dei principali oppositori di Mussolini, come Matteotti, Gramsci, Gobetti, i fratelli Rosselli, don Giovanni Minzoni alla conquista del potere tramite la violenza, l'affermazione del fascismo provocò centinaia di vittime, fino ad arrivare all'imposizione di una cappa di piombo, con il tribunale speciale, la polizia segreta, l’olio di ricino, il manganello, il confino, la tassa sul celibato, l'esclusione delle donne da molti posti di lavoro. Fino alla rivoltella e le fucilazioni.

Mussolini il capobanda racconta i crimini di Mussolini e le violenze squadriste che imposero col sangue la dittatura. Aldo Cazzullo demolisce un altro luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. Fa luce sull'epoca più buia della storia italiana, ricordando che l’antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.

Cazzullo, oltre che bravo giornalista e narratore montanelliano delle identità della nazione, è anche un agile surfer delle frontiere del mondo connesso. Tra analogico e digitale, nuovi e vecchi media. Mi spiego. Cazzullo va in teatro, nei festival e nelle librerie con Moni Ovadia o Piero Pelù; in tv ha appena raccontato le giornate particolari che si sono dimostrate cruciali per importanti personaggi della storia. Partendo proprio da Mussolini e la marcia su Roma; l’uccisione del dittatore Giulio Cesare; l’incontro tra San Francesco e papa Innocenzo III; lo stupro della pittrice Artemisia Gentileschi; la fuga di Napoleone dall’isola d’Elba e l’abiura di Galileo Galilei circa le proprie teorie. E ora ha sbancato TikTok. Un milione e duecentomila visualizzazioni sull’account del suo editore, Mondadori, il primo in Italia ad aprirlo e il primo a raggiungere tale risultato. Con un video di un libro contro il fascismo. Molto bene. È un evento. E un risultato sorprendente.

Chiedo lumi a Jacopo Milesi, che cura i social per Mondadori. Mi spiega, felice, che sono numeri da grandi editori americani come Penguin Random House, che ha un video da 2,2. Che la convergenza tra anniversario della Marcia, destra al governo, Mussolini personaggio divisivo e storia polarizzante ha certamente affascinato l’algoritmo cinese. E che la gente discute e, nelle migliaia di commenti, se le dà di santa ragione. Io gli dico che penso che i podcast siano la neoradio e TikTok la neotelevisione. Mi conferma che nei dati analitici che lui vede, divisi per fasce d’età, è notevole la percentuale dei boomer. Insomma: anche su TikTok sono arrivati i vecchi.

Eppoi siccome Cazzullo è un genio dell’hype, alla vigilia dell’uscita del libro, sul Corriere ha fatto l’intervista dell’anno, quella dei Rolex di Totti e delle borse di Ilary che tutti abbiamo letto.

Per sovramercato va primo in classifica con un libro contro Mussolini nei giorni in cui l’Italia si regala una simpatica ducetta postfascista per premier. (E, ovviamente, il suo bestseller Io sono Giorgia, Rizzoli, come un salmone risale la corrente della saggistica fino al terzo posto). Cosa buona allora che un libro che ci ricordi del perché dovremmo vergognarci del fascismo venda tanto e sia primo in classifica.

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