Due sono gli elementi di analisi che ci propone la classifica dei libri della seconda settimana dell’anno. Il primo: c’è un nuovo libro, Onesto di Francesco Vidotto per Bompiani, che si incunea al secondo posto, per un soffio, 99 punti contro i cento di Valérie Perrin con la sua Tatà, e/o, interrompendo la marcia trionfale delle ultime settimane dei due libri campioni di fine anno: quello della scrittrice francese e del saggio narrativo di Aldo Cazzullo, il Dio dei nostri padri, HarperCollins (terzo con 82 punti).

Francesco Vidotto è cresciuto tra le Dolomiti e ha lavorato per anni come manager di grandi aziende, fino a che non ha capito una cosa che nemmeno alla facoltà di Economia gli avevano insegnato: «L’orologio più prezioso è quello che puoi permetterti di non portare», la ricchezza più grande che ciascuno di noi ha è il tempo.

Scrittura di montagna

Così è tornato tra le sue montagne del Cadore, per dedicarsi alle scalate e alla scrittura. La scrittura della montagna. Un genere molto amato dai lettori, (molti dei suoi li pesca nel nord est): dalle Otto montagne di Paolo Cognetti ai tanti libri di Mauro Corona di cui Vidotto è in qualche modo un allievo senza foulard, fino al recente la Strangera di Marta Aidala.

Montagne e natura, le storie dei vecchi saggi e matti, l’odore dei pascoli e il crepitare del fuoco nel camino, aforismi sapienzali e semplicità guresca, che ne fanno un po’ il Gotto delle montagne. «Non importa quanto difficile sia la via o quanto alta la montagna. Basta che tu impari a fidarti. Della corda. Del tuo compagno. Di te stesso. Della fiamma che hai dentro. E allora sali con movimenti fluidi e leggeri, in una danza verticale». Oppure «Credo di avere capito l’amore cos’è. È qualcosa che, se lo metti accanto al cielo, non sfigura». Ci avverte Vidotto.

Onesto è la storia di un uomo che scriveva le lettere alle montagne. Guido Contin detto Cognac abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente.

Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l’incontro con Celeste, la guerra, la morte e l’amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende straordinarie: un rapimento, un figlio ritrovato, una terribile violenza, una bomba che cade nella notte, una fotografia nascosta tra le rocce, un segreto pieno di vergogna e, soprattutto, un amore inconfessabile che scorre attraverso la vita come un torrente impetuoso.

Romanzi e serie tv

Il secondo elemento di analisi della settimana è il primo posto nei tascabili di M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati, Bompiani, e la comparsa in classifica di Amazon di tutte le edizioni economiche de Il conte di Montecristo, il romanzone d’appendice di Alexander Dumas. Segno che la fiction televisiva quando è buona (straordinaria, visionaria e potente quella di M., e bella anche la serie sulla prigionia e la vendetta di Edmond Dantès) non compete con la lettura, ma al contrario la promuove. (C’è molto Ottocento, annunciata per marzo la serie kolossal di un altro grande romanzo (e film): Il gattopardo, che ci aspettiamo in classifica. E poi ancora Cent’anni di solitudine e Leopardi. Peccato che la brutta serie su Giacomo non abbia portato in classifica le sue Operette morali).

Anche se l’Associazione Italiana Editori (Aie) annuncia un anno di flessione per l’industria del libro: 2,4 milioni di copie in meno comprate dai lettori italiani nel 2024 con una minor spesa di oltre 23 milioni di euro. Nei 12 mesi le copie vendute sono state 104 milioni. A valore il mercato segna una flessione rispetto al 2023 dell’1,5 per cento (pari a 23,2 milioni di euro) con vendite pari a 1,534 miliardi di euro.

L’analisi di mercato effettuata su dati di NielsenIQ-GfK sarà presentata dal presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta il prossimo 31 gennaio, in occasione della giornata conclusiva del XLII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri di Venezia.

«I dati confermano che le nostre preoccupazioni purtroppo erano esatte: le difficoltà di un mercato in forte evoluzione, e le cui dinamiche racconteremo a Venezia il 31 gennaio, sono state accentuate dalla mancanza di sostegni pubblici alla domanda indispensabili in un paese che soffre storicamente di bassi indici di lettura dovuti alle disparità tra nord e sud e che bene avevano funzionato negli anni precedenti. Occorre accelerare un cambio di rotta» spiega Cipolletta.



 

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