- Ho conosciuto Franco Basaglia che l’esperienza dell’ospedale psichiatrico di Gorizia era già finita; lavorava da qualche anno a Parma ed era nell’aria “il principio dell’avventura triestina”. Sono andato a trovarlo a Colorno, con alcuni compagni, tutti laureandi in medicina.
- Con Basaglia abbiamo trovato la nostra strada, senza dissociazioni: è stata la lenta «lunga marcia attraverso le istituzioni» vivendo quotidianamente l’urgenza violenta del cambiamento. Basaglia ci ha fatto scoprire orizzonti sconosciuti.
- Negli ultimi anni la presenza delle buone pratiche basagliane si è fatta sporadica. Ovunque sono tornate prepotenti le parole delle psichiatrie dei farmaci, della pericolosità, dell’inguaribilità, del posto letto, delle smisurate “strutture residenziali”.
Ho conosciuto Franco Basaglia che l’esperienza dell’ospedale psichiatrico di Gorizia era già finita; lavorava da qualche anno a Parma ed era nell’aria “il principio dell’avventura triestina”. Sono andato a trovarlo a Colorno, con alcuni compagni, tutti laureandi in medicina, interni all’Istituto di malattie nervose e mentali. A Napoli, negli anni caldi, avevamo letto L’istituzione negata. Stavamo già ereditando dal 1968 interrogativi e problemi: il rapporto tra la professione e gli apparati d



