Le iconiche sedie di plastica colorata dello street food vietnamita, dove si sono seduti anche Barack Obama e Anthony Bourdain, sono il risultato di fattori storici, economici e culturali. Introdotte con le riforme economiche del Đổi Mới negli anni '80, si sono diffuse rapidamente tra i venditori ambulanti. Tuttavia, la crescente consapevolezza dell'impatto ambientale della plastica sta spingendo verso soluzioni più sostenibili
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Se si pensa al cibo di strada di Hanoi, Ho Chi Minh City e Da Nang, vengono subito in mente le immagini di strade brulicanti di persone sedute su seggioline di plastica colorata — le abbiamo viste anche sotto i sederi di Barack Obama e Anthony Bourdain.
L’ubiquità di questi arredi, diventati un simbolo dell’immaginario vietnamita, non è casuale, ma affonda le radici in una combinazione unica di fattori storici, politici ed economici.
Lo street food in Vietnam
Le origini della cultura dello street food in Vietnam si rintracciano all’inizio del XX secolo nella parte settentrionale del paese, vicino ad Hanoi.
Inizialmente, i venditori erano prevalentemente ambulanti, dunque l’offerta di posti a sedere per i clienti era inesistente o estremamente limitata.
Tuttavia, con la crescente urbanizzazione e la densificazione delle aree urbane, molti venditori ambulanti iniziarono a stabilirsi in posizioni semi-permanenti, portando all’introduzione dei primi arredi basici per accogliere i clienti.
Prima dell’avvento della plastica su larga scala, è probabile che i venditori utilizzassero materiali locali e facilmente accessibili per creare posti a sedere e superfici d’appoggio, come panche di legno, stuoie e sedie di bambù.
L’adozione massiccia della plastica nell’arredamento dello street food vietnamita si verificò probabilmente in concomitanza con le riforme economiche del Đổi Mới (il nome di queste riforme) alla fine degli anni Ottanta.
Questo periodo di liberalizzazione del mercato ha favorito la fioritura della piccola manifattura, rendendo la plastica, un materiale economico e facilmente modellabile, la scelta ideale per innumerevoli oggetti di uso quotidiano, inclusi gli sgabelli.
Grazie alla loro leggerezza, impilabilità e resistenza agli agenti atmosferici, gli arredi di plastica per lo street food si sono diffusi in un lampo.
Tra le varie tipologie di sedute in plastica, la sedia monoblocco ha assunto un ruolo iconico: è prodotta in un unico pezzo di plastica estruso, è immune alle mode ed è economica da realizzare.
La convenienza prima di tutto
Uno dei fattori primari che ha portato i proprietari di attività di somministrazione del cibo ad adottare tavolini e sedie di plastica è ovviamente la loro notevole economicità.
Per venditori che spesso operano con margini di profitto esigui, il basso costo iniziale della plastica rappresenta un vantaggio significativo rispetto ad alternative realizzate con materiali come il legno o il metallo.
Questa accessibilità economica permette anche ai nuovi venditori di avviare la propria attività con un investimento iniziale molto basso.
La durabilità e la resistenza agli agenti atmosferici della plastica sono un altro elemento cruciale che ne ha decretato il successo.
Il clima tropicale del Vietnam, caratterizzato da elevata umidità e frequenti piogge, mette a dura prova i materiali d’arredo esterni.
La plastica, a differenza del legno non trattato, non si deteriora facilmente a causa dell’umidità, non arrugginisce come alcuni metalli e resiste bene all’esposizione prolungata al sole.
La leggerezza e la portabilità dei tavolini e delle sedie di plastica, poi, sono vantaggi indispensabili per i venditori ambulanti che spesso allestiscono e smontano le loro bancarelle quotidianamente.
C’è poi l’elemento igienico: la semplicità di pulizia e manutenzione della plastica contribuisce ulteriormente alla sua praticità, infatti la plastica può essere facilmente lavata con acqua e sapone.
Oltre la funzionalità
Oltre a considerazioni pratiche, le difficili condizioni economiche seguite alla guerra in Vietnam hanno probabilmente favorito l’adozione di materiali economici come la plastica.
La successiva liberalizzazione del mercato vietnamita, con la crescita della piccola manifattura, ha ulteriormente incentivato l’uso della plastica, rendendola un materiale onnipresente e accessibile a molti.
C’è inoltre da tenere in conto che in un’epoca di scarsità di risorse, l’economicità della plastica ha rappresentato in tutto il mondo un’opportunità — Vietnam incluso — prima che l’ambiente presentasse il suo conto.
L’uso diffuso di tavolini e sedie di plastica nello street food vietnamita ha infatti comprensibilmente generato un impatto ambientale significativo, in linea con la crescente crisi globale dell’inquinamento da plastica.
Il Vietnam è stato identificato come uno dei principali responsabili dello scarico di rifiuti plastici negli oceani, e sebbene non esistano dati specifici sulla percentuale di rifiuti plastici attribuibili all’arredamento dello street food, è plausibile che il loro contributo sia non trascurabile, data la loro onnipresenza in contesti commerciali e domestici.
Ben note sono le conseguenze ambientali: la produzione di plastica consuma molte risorse fossili ed emette gas serra, accelerando il cambiamento climatico.
A fine ciclo, la sua lenta degradazione porta all’accumulo in discariche e nell’ambiente, frammentandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare e potrebbero rappresentare un rischio per la salute umana.
Politiche in movimento
In risposta alla crescente preoccupazione per l’inquinamento da plastica, il governo vietnamita ha intrapreso diverse iniziative e introdotto politiche ambientali volte a ridurre l’uso della plastica a livello nazionale.
Lo scorso anno, per citarne una, il governo vietnamita ha lanciato il concorso Plastic Circular Innovation Solutions 2024, che mirava a stimolare soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti di plastica e la promozione di un’economia circolare.
Un altro pilastro fondamentale è rappresentato dalla Legge sulla Protezione Ambientale del 2020 , che introduceva il principio della Responsabilità Estesa del Produttore (Epr), obbligando i produttori e gli importatori a farsi carico della gestione del ciclo di vita dei propri prodotti, inclusi la raccolta, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti.
Sebbene queste politiche non si concentrino specificamente sull’arredamento per lo street food, le restrizioni sull’uso di plastica monouso in contesti commerciali potrebbero indirettamente influenzare anche questo settore nel tempo.
L’innovazione nello sviluppo e nella produzione di alternative sostenibili, come l’arredamento in bambù o plastica riciclata, potrebbe rendere queste opzioni più accessibili ed economicamente competitive nel tempo.
Ciò che è iniziato come una soluzione economica e conveniente per i venditori ambulanti è diventato un elemento iconico della cultura dello street food vietnamita, ma forse la crescente consapevolezza dell’impatto ambientale negativo della plastica sta esercitando una pressione sempre maggiore per un cambiamento di rotta, che avverrà gradualmente.
Il futuro dell’uso dei tavolini di plastica in Vietnam dipenderà dalla capacità di bilanciare l’identità culturale e le esigenze pratiche con l’urgente necessità di affrontare la crisi ambientale globale.
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