Torna l’estate. È tempo di leggere. All’ombra degli ombrelloni e delle pinete. Rush finale per i voti al Premio Strega. Questua telefonica ai votanti. Con rinforzo su Whatsapp. Per far perdere più che per far vincere. Quella Caccia allo Strega cui il critico Gianluigi Simonetti ha dedicato un libro anatomico per Nottetempo. Tendenza della cinquina: il lato tragico delle cose. Nelle forme letterarie della depressione, del suicidio, della orfanità, della malattia, del dolore, della guerra. La partita finale del 6 luglio al Ninfeo di Villa Giulia è tra Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino, favorita, per Feltrinelli e Come d’aria di Ada D’Adamo, Elliot, scomparsa dopo avere saputo di essere entrata nella dozzina. Già vincitrice dello Strega giovani. Sono gli unici due libri tra i cinque la cui esistenza è registrata anche dalla classifica.

Per chi si vuole sottrarre invece, tra mare e monti, e senza senso di colpa, alla cognizione del dolore e predilige come me il gusto per una certa versione ironica, se non comica, delle cose piuttosto che il lato tragico che pure incombe su tutti noi, ricordo ancora una volta i titoli dei libri più divertenti pubblicati quest’anno: La vita intima di Niccolò Ammaniti, Einaudi, La ricreazione è finita di Dario Ferrari, Sellerio, Poverina di Chiara Galeazzi, Blackie, che tutto riassume e contiene: autofiction su ictus e ospedalizzazione di grande esito comico, immaginate un libro di Susan Sontag che faccia ridere.

Aggiungerei per gli spiriti più fini e letterati l’Ultima estate a Roccamare di Alberto Riva, Neri Pozza, molto bello, tra il sole, la spiaggia e la pineta di Calvino, Fruttero & Lucentini, Citati e la creazione letteraria. Il vento c’è sempre stato. Lo sa l’istrice e lo sanno i gabbiani.

La fragilità del maschio

La classifica ci dice invece che è uscito il nuovo accogliente romanzo di Matteo Bussola Un buon posto in cui fermarsi, Einaudi Stile libero. Da subito secondo nella narrativa italiana. Dove continuano la loro corsa ELP di Antonio Manzini, Sellerio, primo, e Tre ciotole di Michela Murgia, Mondadori, terzo. Dopo il formidabile successo de Il rosmarino non capisce l'inverno. «Che cosa fa di un uomo un uomo?» si chiede Bussola. E lui allora racconta la fragilità del maschio. Senza stereotipi, senza pregiudizi, senza vergogna.

Il secondo posto è di Benedetta Rossi con In cucina con la friggitrice ad aria, per Mondadori Electa. Ci rivela che la friggitrice ad aria è diventata uno degli elettrodomestici più diffusi, un’alternativa alla friggitura tradizionale. Non so cosa sia. Decidete voi se proprio vi serve.

Beato lui? 

La saggistica d’estate langue. New entry per un libro curioso e scanzonato, Beato lui di Pietrangelo Buttafuoco. Da Longanesi. Intellettuale molto di destra, gran narratore e acrobata della parola. Devoto di Leo Longanesi e Giuseppe Berto, di Pietro Germi e Carmelo Bene. Beato lui che se l’è goduta. Che ha preso l’Italia e se l’è disegnata a modo suo, da arcitaliano quale è stato. Un panegirico che non fa sconti, non un’agiografia che affresca ed omette. Berlusconi lo capisci e lo racconti attraverso la penna di Balzac, la musica di Donizetti o il giornalismo satirico di Filippo Ceccarelli. Nella patria del melodramma una maschera che ha saputo farsi letteratura, secondo Buttafuoco. Il libro è ludico, cinico, meta-letterario. Ricco di storie.

Quelle attorno a Veronica Lario le mie preferite. Si lasciano non su TikTok ma con parole scritte sui giornali. Altri tempi. Dario Cresta Dina che stende la famosa lettera a Repubblica e Ezio Mauro, irreprensibile moralista, fa l’editing incrociando la penna con Giuliano Ferrara che si occupa della risposta di Silvio sul Foglio, allora, credo, di proprietà anche di Veronica. «Siamo berlusconiani tendenza Veronica» dice Ferrara.

Poi la storia di Silvio che entra nel camerino di Veronica a teatro, vi scaraventa gioioso cento rose bianche, incrociando il fidanzato di lei, Enrico Maria Salerno, il regista di Anonimo veneziano il film brutto tratto dalla meravigliosa novella di Giuseppe Berto, che si tocca la fronte, «Sei già dotato di corna, bene» stringe i tempi Silvio. «Cosa vuole che le dica, Dottore, mi porto avanti».

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