I biglietti staccati per questa edizione sono in lieve aumento rispetto all’anno scorso, ma non raggiungono i livelli delle cifre record del 2022. Pesa il caro affitti, mentre alcuni residenti lamentano il fatto che non faccia girare abbastanza l’economia cittadina. E si registrano sempre più polemiche per gli eventi troppo “esclusivi”
Le sere scorse, a Lucca, in piazza dell’Anfiteatro (ritrovo di fumettisti e pubblico durante Lucca Comics&Games), ha catalizzato l’attenzione un match tra due mostri sacri della nona arte italiana. Tanino Liberatore e Milo Manara, circondati da un pubblico in delirio, si sono sfidati con i Beyblade, le trottole giapponesi protagoniste di manga e anime, nonché di uno sport dal vivo. Spoiler: ha vinto Liberatore.
Questa è una delle magie della fiera (e festival) lucchese, che ogni anno invade il centro storico della città per consegnare quella che è la manifestazione di cultura pop più grande d’Europa. Dopo il successo record del 2022 (319mila presenze), e la caduta di 40mila visitatori tra 2023 (314mila) e 2024 (275mila), quest’anno Lucca Comics ha staccato 280mila biglietti, superando di poco l’anno scorso.
Le difficoltà per la città
Questo 2025 ha regalato quindi agli organizzatori una piccola ripresa, ma ci sarà da aspettare la prossima edizione, la 60esima, per capire il destino della manifestazione. A tarpare le ali alla kermesse, e al suo respiro internazionale, sono una serie di effetti indiretti tutt’altro che secondari. Il caro affitti è uno di questi: i prezzi per soggiornare a Lucca sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni.
La provincia toscana è infatti meta di un pellegrinaggio laico di massa che è difficile da sostenere, tanto per la città quanto per i visitatori e gli espositori. Se è vero che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e altresì vero che l’amministrazione comunale del sindaco Mario Pardini (a sua volta ex-presidente di Lucca Crea, che organizza il Comics) aveva già denunciato il problema insieme al direttore generale del festival Emanuele Vietina.
Il comitato cittadino Vivere il centro storico ha inoltre più volte chiesto a Lucca Crea (che è una partecipata comunale al 100 per cento) di destinare un euro a biglietto per il mantenimento e la cura della città, nello specifico delle mura su cui si svolge anche una parte della manifestazione. Si è però rivelata una proposta inapplicabile, dati i costi.
Lo si può vedere dal bilancio dello scorso anno di Lucca Crea. A fronte di un ricavo di 14.698.247 euro, l’utile è stato di 95.550 euro (le entrate comprendono tutte le attività della società, la quasi totalità arriva dal Comics). Il problema denunciato però rimane.
«Lucca Comics prende molto dalla città e restituisce poco», racconta a Domani Claudio Casotti, presidente del Comitato. «Durante la manifestazione sono chiuse le scuole, i negozi, i residenti rimangono in casa, i funerali di fatto sono rimandati alla fine della fiera, e ci sono difficoltà di soccorso con ambulanza».
Con eccezione del settore della ristorazione, a patire sembrano anche i commercianti dentro le mura. Molti abbassano le serrande, mentre altri – invece – cambiano completamente attività. Così si verifica il fenomeno dei cosiddetti temporary store, cioè attività commerciali temporanee che aprono solo ed esclusivamente per i cinque giorni di manifestazione.
Le polemiche
Lato fiera ci sono poi i grandi eccessi, come la bufera mediatica sugli incontri privati con il mangaka giapponese Tetsuo Hara, il “papà” di Ken il Guerriero. L’autore partecipava a incontri pubblici, ma ha scelto di riservare anche uno spazio privato per firme, foto e disegni a un pubblico più ristretto, che per accedervi doveva però acquistare delle litografie per un valore variabile dai 1750 euro fino ai 12.600 euro.
Un’altra situazione è stata la proiezione del documentario Hideo Kojima: Connecting Worlds, film sul designer di videogiochi giapponese autore di Death Stranding. I biglietti, gratuiti, sono stati disponibili per pochi minuti. Poi sono comparsi su E-Bay a più di 100 euro.
Insomma, non si può negare che Lucca Comics&Games sia un evento culturale importante, con molti pregi e altrettanti difetti che inevitabilmente camminano a braccetto. Ma «il benessere di chi vive la città deve conciliarsi con il divertimento di chi arriva nell’arborato cerchio durante questa importante manifestazione», scrive il circolo di Rifondazione Comunista di Lucca in un comunicato. «Ripensiamo alla città, partendo dai Comics, come luogo di tutti e non un parco giochi».
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