Un uomo diventa un barbone poco prima della fine dell’estate, complice della sua metamorfosi una donna misteriosa e i suoi convincimenti anarcoidi contro il capitalismo
L’estate rende tutti dei perdigiorno. Invece con l’inizio di settembre a ciondolare nei pressi di ponte Milvio ero rimasto soltanto io. Chiudevo gli occhi e immaginavo distese di cardi di viola laddove l’imbocco per la Cassia rendeva l’asfalto bollente simile al volto devastato di un malato di vaiolo. L’immaginazione sostituiva la realtà da troppo tempo perché potessi trarne un qualche beneficio. Ormai ero uno scoppiato che vacillava sopra le rovine delle sue stesse fantasticherie. L’odore acre



