- Ottantadue milioni di spettatori in un mese: è la platea record registrata nel 2020 dalla prima stagione di Bridgerton, la serie-polpettone rosa più temerariamente kitsch della scuderia Netflix.
- Ha sollevato polemiche l’indecenza di cannibalizzare battaglie serie a mero fine di ascolti, e la seconda stagione della soap opera (chiamiamola col suo nome), che ha debuttato il 25 marzo su Netflix, evita almeno di sbandierare medaglie progressiste.
- In questa seconda stagione, basata sul secondo romanzo del ciclo (The viscount who loved me), lo sfruttamento dell’innocente Jane Austen è così plateale da risultare urticante.
Ottantadue milioni di spettatori in un mese: è la platea record registrata nel 2020 dalla prima stagione di Bridgerton, la serie-polpettone rosa più temerariamente kitsch della scuderia Netflix. All’epoca, tanto per dare un’idea, La casa di carta si fermava a quota 65 milioni. Fino al 2019 però faceva punteggio solo chi aveva seguito almeno il 70 per cento di un programma. Secondo i nuovi parametri invece bastano due minuti per essere censiti dall’algoritmo. Il trash romantico di Bridgerton f



