Perché il comitato parlamentare che si occupa di intelligence e servizi segreti si occupa degli ospiti dei talk show in televisione? Vogliono censurare o dettare le scalette ai conduttori? Il Copasir, sulla base dei documenti forniti dai nostri servizi segreti, si è convinto che ci sia una regia di alto livello russo che non lascia niente al caso e cerca di influenzare la discussione in Italia. Un pericolo, soprattutto durante una guerra e in un anno pre-elettorale. Stefano Feltri ne discute con l’onorevole Enrico Borghi, deputato del Pd e membro del Copasir.

«Il tema della cosiddetta guerra ibrida agisce su più livelli, ed è un elemento sostanziale della programmazione bellica del Cremlino. È diversa dalla guerra tradizionale, ma funzionale a essa. Una guerra silenziosa, fatta di disinformazione, di ingerenza, di produzione di fake news, di influencer introdotti appositamente per costruire una retorica e di attacchi cibernetici, di cui ultimamente c’è stata una recrudescenza», dice Borghi.

L’ultima riforma dei servizi segreti è del 2007, quando ancora i social non c’erano o erano all’inizio: «Nel 2018 la Francia, culla della libertà, si è dotata di una legislazione contro la disinformazione», dice Borghi. «A dimostrazione che tocca lavorare per avere una capacità di lettura critica da parte dell’opinione pubblica. Mentre l’Italia sconta il fatto che alcune leggi sono figlie di un’epoca che non c’è più».

Sulla vicinanza della Lega di Salvini con Russia Unita di Vladimir Putin, Borghi riflette: «Quando si attua una retorica analoga a quella del Cremlino, qualche domanda bisogna porsela». 

Borghi parla anche della missione dei militari russi in Italia nel 2020, sotto il governo Conte: «Fu una missione sostanzialmente di stratcom della Russia. La nostra preparazione ha comunque impedito che attività parallele intaccassero la sicurezza del nostro paese». Il deputato poi chiarisce: «È bene dirlo: quando arrivano militari stranieri in un paese, riferiscono ai loro apparati tutte le informazioni su quel paese».

Borgh interviene anche sulla vicenda del vaccino russo Sputnik, su cui Domani ha svolto un’inchiesta sui collegamenti con l’istituto Spallanzani di Roma. «Sputnik è stata un’altra operazione di grande strategia di comunicazione» della Federazione Russa.

Nel podcast il membro del Copasir si concentra anche sull’importanza del tema energetico, sulla necessità di un cambiamento strutturale per slegarci dalla dipendenza del gas russo in favore di quello africano, «un salto che trasforma il Mediterraneo in un lago e non in un mare», che però ha bisogno di una riscoperta «del primato della politica» rispetto agli interessi di aziende, anche statali.

Appunti è un podcast del direttore di Domani Stefano Feltri che discute con esperti e protagonisti dell’attualità un grande tema del giorno. In quindici minuti, analisi in tempo reale per farsi un’opinione di quello di cui tutti parlano. Politica, economia, affari internazionali e tecnologia: tutto il mondo di Domani.

Enrico Borghi è tra i fondatori del Partito democratico, di cui è deputato dal 2013 e responsabile delle politiche di sicurezza del partito. È membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir).

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