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In tre mesi, le posizioni dei tre partiti sono cambiate spesso e hanno alternato l’appoggio al Cavaliere, con il «Draghi al Quirinale lo voterei subito» di Salvini. L’incognita vera però è il voto anticipato.
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A fine settembre, il ritorno prepotente sulla scena politica di Silvio Berlusconi ha fatto maturare quel che in molti già sussurravano: il Cavaliere vuole provare la corsa al Colle. L’ipotesi traballa per tutto ottobre, fino al vertice di centrodestra post amministrative.
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Cosa voglia fare il centrodestra al momento dell’apertura dell’urna quirinalizia, è oggi più fumoso che mai. Di certo una linea condivisa ancora non c’è, se non un accordo di massima a considerare Berlusconi per lo meno un candidato di bandiera.
Individuare una traiettoria chiara nel centrodestra in vista dell’elezione del presidente della Repubblica è impossibile. Negli ultimi tre mesi le dichiarazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, contraddicono quelle della segretaria di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, mentre quelle di Silvio Berlusconi sono un crescendo di equilibrismi. Non aiutano a mettere ordine nemmeno le parole dei rispettivi generali, che di solito sono abili a dare l’interpretazione autentica delle metafore utiliz



