RELAZIONI PERICOLOSE

Così Orbán usa l’Unione europea per conquistare i Balcani

Current chairman and Serb member of the tripartite Presidency of Bosnia and Herzegovina Milorad Dodik, left, and Hungarian Prime Minister Viktor Orban, right, address the media during a joint press conference following their talks in the PM's office in Budapest, Hungary, Tuesday, June 18, 2019. (Szilard Koszticsak/MTI via AP)
Current chairman and Serb member of the tripartite Presidency of Bosnia and Herzegovina Milorad Dodik, left, and Hungarian Prime Minister Viktor Orban, right, address the media during a joint press conference following their talks in the PM's office in Budapest, Hungary, Tuesday, June 18, 2019. (Szilard Koszticsak/MTI via AP)
  • Milorad Dodik è il nazionalista che ha riportato i Balcani occidentali al clima di guerra di trent’anni fa. Il leader serbo-bosniaco, che nega il genocidio di Srebrenica e celebra i criminali di guerra, porta avanti un piano separatista: disgiungendo la repubblica serba di Bosnia-Erzegovina vuol frammentare di fatto la Bosnia.
  • Invece di fermare Dodik, l’Ue si fa dirottare da Viktor Orbán, che si oppone alle sanzioni contro il nazionalista serbo e ne favorisce i piani separatisti. Il premier ungherese vuole estendere la sua influenza nell’area, inoltre sia lui che Dodik fanno il gioco della Russia. 
  • Un documento filtrato alla stampa mostra che il commissario europeo all’allargamento, l’ungherese Olivér Várhelyi, fedelissimo di Orbán, dalla sua posizione chiave favorisce e persino stipula con Dodik i piani per frammentare la Bosnia e portarla verso il conflitto.

I Balcani occidentali vivono la peggiore crisi dagli anni Novanta, con gli echi della guerra che tornano attuali. Ma l’Unione europea non fa abbastanza per fermare i rigurgiti separatisti di Milorad Dodik, il leader serbo della presidenza tripartita bosniaca. Anzi se ne rende persino complice: si fa dirottare da Viktor Orbán. Dentro il gabinetto di Ursula von der Leyen, l’ungherese Olivér Várhelyi, fedelissimo del premier, dalla sua posizione chiave di commissario europeo all’allargamento, fa

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