- Milorad Dodik è il nazionalista che ha riportato i Balcani occidentali al clima di guerra di trent’anni fa. Il leader serbo-bosniaco, che nega il genocidio di Srebrenica e celebra i criminali di guerra, porta avanti un piano separatista: disgiungendo la repubblica serba di Bosnia-Erzegovina vuol frammentare di fatto la Bosnia.
- Invece di fermare Dodik, l’Ue si fa dirottare da Viktor Orbán, che si oppone alle sanzioni contro il nazionalista serbo e ne favorisce i piani separatisti. Il premier ungherese vuole estendere la sua influenza nell’area, inoltre sia lui che Dodik fanno il gioco della Russia.
- Un documento filtrato alla stampa mostra che il commissario europeo all’allargamento, l’ungherese Olivér Várhelyi, fedelissimo di Orbán, dalla sua posizione chiave favorisce e persino stipula con Dodik i piani per frammentare la Bosnia e portarla verso il conflitto.
I Balcani occidentali vivono la peggiore crisi dagli anni Novanta, con gli echi della guerra che tornano attuali. Ma l’Unione europea non fa abbastanza per fermare i rigurgiti separatisti di Milorad Dodik, il leader serbo della presidenza tripartita bosniaca. Anzi se ne rende persino complice: si fa dirottare da Viktor Orbán. Dentro il gabinetto di Ursula von der Leyen, l’ungherese Olivér Várhelyi, fedelissimo del premier, dalla sua posizione chiave di commissario europeo all’allargamento, fa



