«Parlo con tutti quelli che mi possono aiutare a fare questa benedetta diga foranea». Gli occhi su quello che è diventato l’appalto più grande del Pnrr Aldo Spinelli li aveva messi già da tre anni.

In un’intervista esclusiva a Piazzapulita, l’imprenditore portuale finito lo scorso 7 maggio agli arresti domiciliari nell’inchiesta in cui è coinvolto Giovanni Toti parla dei soldi che negli anni ha dato ai partiti. A tutti i partiti: «Abbiamo finanziato Forza Italia, la Lega… tutti quelli che ce l’hanno chiesto. Abbiamo finanziato anche il Partito democratico», spiega Spinelli.

L’intervista del 2021

Al centro del terremoto che ha sconvolto la Liguria ci sono i soldi che vari imprenditori hanno versato a Toti e ai suoi comitati elettorali. Partita dall’ipotesi di finanziamento illecito, gli inquirenti si sono spinti fino a ipotizzare il reato di corruzione, perché alla luce dei soldi ricevuti Toti e altri indagati, tra cui l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini, si sarebbero adoperati per realizzare i desiderata di Spinelli & Co.

Alla giornalista che gli chiede cosa significhi finanziare i partiti a nome della società, Spinelli risponde così: «Se avrà la diga foranea e il piano ferroviario, la società avrebbe dei grandissimi benefici. Io sono un imprenditore, ed è giusto che gli imprenditori facciano la loro parte». E fa i nomi: «Il punto centrale è il nostro presidente del porto Signorini (ora in carcere, ndr). È chiaro che devo avere l’apporto della regione e soprattutto del sindaco Bucci perché ha dei poteri straordinari. Quando partirà la diga foranea sarà un merito loro. Si chiamerà la diga Toti-Bucci-Signorini».

Tutto nella norma? «I miei non sono finanziamenti illeciti, sono tutti dichiarati», si difende Spinelli. L’imprenditore spiega di preferire il finanziamento pubblico, «perché sennò siamo noi a dover dare i soldi. È giusto che i partiti siano aiutati. Perché se no come vivrebbero, con il loro stipendio?».

Spinelli e i finanziamenti ai partiti

Sotto la lente d’ingrandimento della procura di Genova sono finiti 74mila euro che Spinelli ha versato ai comitati elettorali di Toti. Da questa somma 55mila euro sono transitati sul conto personale di Toti, dopo che erano stati erogati dalla Spinelli Srl al comitato elettorale del governatore.

Secondo gli inquirenti sarebbe stato lo stesso governatore a sollecitare gli imprenditori a «dargli una mano». Una versione che è stata confermata anche dal figlio di Aldo Spinelli, Roberto, nel suo interrogatorio: «(Toti, ndr) faceva la sceneggiata di cose impossibili. Chiamava Aldo in continuazione, specie in periodo elettorale quando gli diceva “ci son le elezioni, ricordati delle elezioni”».

Quello del finanziamento ai partiti è un tema già emerso in alcune intercettazioni allegate all’inchiesta, in cui si sente Roberto Spinelli consigliare al padre di smetterla di dare i soldi alla politica. Solo che lui lo «dribblava», passava direttamente dall’amministratore finanziario della società.

Anche perché erano troppo ghiotte le opportunità che potevano aprirsi. Ad esempio, come ammesso dallo stesso Spinelli a Piazzapulita, quelle relative alla diga foranea: l’utilizzo del terminal, prorogato per trent’anni e al centro delle inchieste liguri, potrebbe servire ad accogliere le navi e le gru che dovranno costruire il più grande progetto del Pnrr, che vale più di un miliardo e su cui l’Autorità nazionale anti corruzione (Anac) negli scorsi giorni ha lanciato un allarme.

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