- Dopo la scissione con Di Maio e in piena crisi di identità, il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte guarderà al clima come uno dei temi chiave per continuare a esistere politicamente.
- Alla faticosa transizione italiana servono portavoce, leader e partiti credibili. Non sarebbe una grande notizia se a intestarsi questa battaglia fosse il più antiscientifico dei partiti italiani.
- A questo punto toccherebbe a Enrico Letta decidere se permettere al M5s di diventare il fianco verde del campo largo progressista o dare finalmente un’identità ecologista al Pd.
In uno dei momenti più cruenti dell’avvicinamento al commiato finale, Luigi Di Maio aveva rimproverato a Giuseppe Conte che «il Movimento 5 stelle non è una forza politica che sta guardando al 2050, è una forza politica che sta guardando indietro». Una stilettata scelta con cura, visto che il 2050 è l’anno simbolo per il clima in Europa, la scadenza per l’azzeramento delle emissioni di gas serra. E Conte da tempo fa una gran fatica a trovare un linguaggio che lo renda credibile sull’argomento



