L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha accusato Lucia Annunziata, conduttrice del programma domenicale di Rai 3 “Mezz’ora in più”, di averlo diffamato nel corso della puntata dello scorso 16 maggio. Al punto da recapitare alla giornalista una lettera – inviata anche al direttore di Rai 3, Franco Di Mare, e all’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini – e chiederle di leggerla in diretta nella trasmissione di ieri, 23 maggio. Minacciando «di agire nelle opportune sedi per tutelare i miei diritti fondamentali» qualora il documento non fosse stato letto in modo completo. 

Annunziata si è difesa parlando di «un’incomprensione» e, dopo aver letto la lettera dell’ex premier, ha chiesto alla Commissione di vigilanza, «istituzione del Parlamento incaricata di vigilare sull’applicazione del codice etico della Rai», di convocarla in audizione per giudicare se ha violato i codici del servizio pubblico. Dicendosi pronta ad assumersi le sue responsabilità.

L’antefatto

La missiva di Conte fa riferimento a una frase pronunciata da Annunziata davanti ad Alessandro Di Battista, suo ospite in studio domenica scorsa. La conduttrice e l’ex esponente del M5s stavano parlando della situazione di Claudio Durigon, sottosegretario leghista all’economia di cui parte del Parlamento chiede le dimissioni dopo un’inchiesta di Fanpage che riportava queste sue parole: «Quello che indaga della guardia di finanza... il generale... lo abbiamo messo noi», riferendosi all’inchiesta sui commercialisti della Lega. 

È stato in quel momento che la conduttrice ha fatto un parallelismo tra le accuse a Durigon e quelle mosse a Conte dopo l’inchiesta di Domani, a firma Emiliano Fittipaldi, nella quale è emersa la vicenda delle consulenze del leader in pectore del M5s in relazione alla compravendita dell’albergo Molina Stucky a Venezia e bollata dallo stesso Conte come sua «lecita attività professionale».

La lettera di Conte

Quest’ultimo passaggio non è andato giù all’ex presidente del Consiglio, che ha definito l’intervento della giornalista «gravemente diffamatorio» per il modo in cui lui stesso è stato citato e coinvolto nella discussione con Di Battista, che in quel momento si concentrava sulla figura di Durigon.

«Da un lato ha descritto la vicenda, il fatto in modo totalmente approssimativo – ha scritto Conte nella missiva letta in diretta da Annunziata – e comunque erroneo da alterare completamente la realtà dei fatti, dall’altro l’esposizione così confusa e a tratti oggettivamente incomprensibile ha aggravato l’effetto suggestivo indotto nei telespettatori, con l’effetto che l’uditorio, senza comprendere neppure bene i termini della vicenda, è stato spinto a ipotizzare una vicenda di gravità quanto meno non inferiore, come lei stessa suggeriva esplicitamente, a quella riguardante il sottosegretario Durigon».

La replica di Annunziata

Dopo aver letto in modo integrale la lettera, la conduttrice di “Mezz’ora in più” si è difesa così: «L’interpretazione del professore Conte credo sia fondata, sicuramente senza dolo, su un’incomprensione: si traggono conclusioni, infatti, citando una sola frase di quella che è stata invece una non breve discussione avvenuta nel corso della mia intervista ad Alessandro Di Battista, durante la quale Conte viene da me citato più volte come esempio positivo di come debbano essere trattate le accuse rivolte a una figura pubblica. Sono certa che la visione integrale della trasmissione potrà chiarire ogni dubbio».

«In merito alla mia difesa – ha continuato Annunziata – ho consultato il direttore di Rai 3 che mi ha lasciato libera di decidere come procedere. Credo che, a questo punto, la via migliore per me sia quella istituzionale, per cui chiederò alla Commissione di Vigilanza, istituzione del Parlamento incaricata di vigilare sull’applicazione del codice etico della Rai, di convocarmi in audizione per giudicare se ho violato questi codici del Servizio Pubblico, pronta ad assumermi le mie responsabilità, ovviamente». La conduttrice si è detta infine «pronta» a confrontarsi con Conte «nel caso in cui accettasse uno dei tanti inviti rivoltigli nel corso della sua presidenza».

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