In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto si scaglia contro il suo detrattore Giuseppe Conte, che mercoledì a Montecitorio aveva intimato al governo «guerrafondaio» di mettere la faccia sulla propria strategia. 

«Mi ha colpito molto che lui usi questi termini nei confronti di un governo che non ha preso decisioni. Tutto quello che questo governo sta facendo nei confronti dell’Ucraina è implementare le decisioni dell’esecutivo Draghi, della cui coalizione Conte guidava il partito maggiore».

Secondo Crosetto, «se inviare armi all’Ucraina significa essere guerrafondai, chi può fregiarsi di quel titolo è lui e il suo partito in primis».

Il cofondatore di Fratelli d’Italia sottolinea anche un problema, ai suoi occhi, di forma nell’intervento di Conte: «Manifesta totale incoerenza tra quello che diceva e faceva e quel che dice ora. Legittimo che passi da fornitore di armi a pacifista convinto ed è anche legittimo che guardi i sondaggi per decidere di cambiare idea. Ma non che usi epiteti violenti nei confronti di persone fisiche che hanno la sola colpa di rappresentare lo stato. È come indicare a una parte di società violenta e antagonista nomi e cognomi come obiettivi da colpire». 

Per Crosetto, gli attacchi di Conte sono troppo personificati. «Conte è troppo intelligente per non capire che sta alimentando l’odio verso persone fisiche, che ha identificato per contrapposizione politica». 

Il futuro

Crosetto appare netto sulla continuità delle decisioni del suo governo con quelle del suo predecessore, nonostante gli italiani siano in maggioranza contrari a ulteriori invii di armi. «I governi hanno la responsabilità e l’onere di prendere decisioni anche non popolari, perché c’è una ragione di stato e ci sono impegni da rispettare» dice il ministro.  

Crosetto smentisce anche che ci siano problemi sul sesto invio di armi da parte di Forza Italia e Lega e dice di voler valutare di sollevare il segreto sulla lista di armi fornite a Kiev. «Decideremo con il governo. Avendo il precedente scelto secretazione e passaggio al Copasir, non vorrei sembrasse una scortesia a Conte far vedere che il nostro governo quanto a trasparenza potrebbe essere superiore».

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