- Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, ma i figli non dovrebbero essere nominati parlamentari in quanto figli. Il vero caso che il Pd deve affrontare non è quello di Piero, ma di Vincenzo De Luca
- Come ha scritto questo giornale, il sistema De Luca si regge sulla personalizzazione del potere, una rete di relazioni opache e un controllo del partito locale affidato a un tesseramento palesemente gonfiato
- Tutte cose che finora sono state avallate e tollerate dal Partito democratico: per questo va riconosciuto a Elly Schlein il merito dell’operazione di commissariamento
D’accordo: ai figli non dovrebbero essere addebitate le colpe dei padri. Ma, a loro volta, i figli non dovrebbero essere nominati parlamentari (perché così funziona) in quanto figli. Salvo poi invocare la meritocrazia, come ha fatto De Luca junior. Né si comprende come si possa farlo assurgere a caso meritevole di mobilitare i cosiddetti riformisti del Pd. Se caso politico è – e, a mio avviso, lo è – va posto a viso aperto e nei suoi esatti termini: riguarda il padre e ha a che fare non con dif



